ANNUS DOMINI MMXIV - La Domenica delle Palme
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La Pasqua è una celebrazione antica, che il popolo ebraico manda avanti da diversi millenni ed è connessa alla liberazione degli Ebrei dalla schiavitù dell'Egitto, per opera di Mosè, con l'aiuto di Dio.
La Pasqua, dunque, come molti altri riti, è una festa che Ebrei e Cristiani hanno in comune. Tanto che, e questo è ribadito fortemente dagli ultimi studi cristologici, Gesù era un vero ebreo del suo tempo, conduceva una vita da ebreo, pregava come un ebreo, ma innovò tutto ciò che la tradizione ebraica aveva reso secco e improduttivo come i tanti riti meccanici, ripetuti come formule automatiche dalle labbra degli uomini senza che il fiato provenisse dal cuore.
Nella sua vita pellegrina, spesa per il Bene, cioè l'annuncio della Parola di Dio, della misericordia del Signore, ad ammaestrare, guarire e reggere la Speranza delle genti abbandonate a sé stesse tra giochi di potere, abuso della forza, mercenarismo, fariseismo e pratiche quotidiane che usavano il nome di Dio per prevaricare sugli altri piuttosto che vivere in rettitudine.
Eppure dove passa Gesù tutto cambia. Quelli che sono pronti per il Regno capiscono chi è, chi non lo riconosce subito apre pian piano lo sguardo alla grandezza etico-morale della sua vita e del suo insegnamento. Tutti percepiscono che in Lui ci sono una forza e una tensione sovrumana. I suoi gesti, le sue parole, le sue poetiche parabole, i suoi miracoli, le sue azioni, tutto della vita di Gesù di Nazareth è improntato dall'amore per Dio. Questo è il primo segreto di Cristo. Essere Dio.
Nessun genere di esclusi dell'epoca è da Lui escluso. Il Cristianesimo che Egli insegna nella pratica non escluda ma include. Perciò il Cristianesimo, che deve essere rifare Cristo, deve essere (anche oggi) includente.
E Gesù non promette ricchezza e fama, anzi. Promette impegno, abnegazione, povertà ma all'insegna del volere di Dio.
Con queste premesse, Gesù Cristo mangia con i propri discepoli l'Ultima Pasqua.
La data di questo evento sembrava essere l'anno 33, imperatore Tiberio, ma è oggetto di analisi l'errore nella datazione che Dionigi ha commesso nei primi secoli ed alcuni riferimenti sparsi nei Vangeli, per cui la data dell'Ultima Pasqua dovrebbe essere compresa in un periodo tra il 30 e il 36 d.C.
La Domenica delle Palme è precedente la Pasqua e rappresenta, per tutti i Cristiani, la fine del periodo di Quaresima e l'inizio della Settimana Santa, l'ultima settimana di vita terrena e umana di Cristo Gesù.
Gesù, in quest'ultima settimana, compie ciò per cui il Padre lo ha inviato.
La redenzione dell'umanità.
Pure, la Domenica delle Palme ha un forte significato simbolico-poetico.
La massima pubblicità, per Gesù, entrare in Gerusalemme a dorso di asino, acclamato da due ali di folla che benedice Dio, agitando rami di ulivo abbondanti in quella zona, per avere mandato il Messia.
Gesù è stato guardato con sospetto, ripudiato dai familiari e dai conterranei, ha subito tentativi di uccisione, venne continuamente messo alla prova per trovare nelle sue parole qualcosa per cui accusarlo, molti non credettero in Lui, molti lo credevano pazzo, molti lo insultavano (e lo insulteranno fino alla fine). Il mondo e il cuore degli uomini non è mai cambiato: può riempirsi di cielo o di fango, a seconda di cosa si scelga.
E Gerusalemme, almeno quel giorno, scelse il cielo.
Tutti ad esultare: Evviva il Figlio di Davide!
Eppure, se questa gloria era certamente il frutto dell'instancabile predicazione di Gesù Cristo per tutto Israele e per tutta la Palestina, presto, nel giro di pochi giorno, si sarebbe passati dall'acclamazione a Messia all'acclamazione alla Croce, come mentitore e sobillatore del popolo.
Stesso popolo, qualche giorno dopo. Ahi, quanto il popolo è mutevole.
Come era nel peccato, come ha visto la Luce sorgere in mezzo ad Esso, come si è convertito, come ha creduto, così, alla prima difficoltà, con Gesù in ceppi, si è lasciato abbindolare o si è lasciato corrompere o si è lasciato impaurire dal Sinedrio e dal Sommo Sacerdote.
E così si è ripetuta la solita storia dell'incostanza e dell'infedeltà del popolo e degli uomini verso il Creatore del Cielo e della Terra.
Così le storie di Noè, dei profeti e di Saul sembrò che prevalessero su quelle di Mosè e di Davide.
La Domenica delle Palme è questo ritorno, in primavera, a seconda del ciclo lunare, dell'alternarsi della sorte sui nostri capi ma anche della benedizione che Dio proietta su tutti coloro che rifanno Cristo, che fanno Cristianesimo della propria vita.