La voce delle notti di Dicembre
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LA VOCE DELLE NOTTI DI DICEMBRE
QUASI COME
Dicembre ha un freddo Empireo cui ruotano
come ciglio di donna le stelle,
le algide stelle della enorme pianura di pioppi.
Qua e là scoppi di nuvole aeree e lampi
tutta la Giudea a tutto il mondo assimila.
Io sto quasi come un pastore
beato e stanco di guerra, di stupri, di carceri piene
come le reti dei pescatori alla mattina
e molti pochi giusti per la strada,
quando il nero inchiostro del cielo diventa
tambureggiante annuncio di passi di re
che un piccolo salvatore cercano per stupirsi
del miracolo che Dio ha ognuno in sé.
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VOCE DI NOTTI
L'aria è serena, fresca e azzurrina,
per tutta la città si spande intorno
un aspro odor di bacche e di neve.
Lieve lieve cala la notte, 'o core fa bum bum.
A me me piace sta de notte in d'un cantuccio
a sorseggiare un thé.
Theu Yios ricanto nel giardino dell'anima.
Theu Yios riecheggia la voce di notti lontane
nei secoli e vive e presenti nei tanti
innocenti che patiscono oggi, nelle polverizzate
Americhe, nelle Asie di capi e di branchi,
nell'Africa preda dei tramonti rubicondi della savana,
ingiustizie infinite per nome di Cristo e
in essi solo lo spirito ora da allora ancora dimora.
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Il freddo inverno punge. I comignoli fumano e dolce
è stare in casa. Chi non ha locanda e né una stalla
e dove la si salva la famiglia? Solo
è già? Che carità è Natale? Quale
sapore ha? Certo del panettone e lo champagne
in anni addietro e senza freno aveva. Oggi la crisi,
quasi provvidenziale,
narra le estati da cicala di un popolo senza libri
e un potere senza Natale.
E buon Natale a tutti voi, fratelli!, fino a quando
un altro Natale che di offerte e di sconti
ci si potrà aspettare.
E da quella culla tutto il mondo cullare.
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Gesù Cristo,
un salvato dal Padre
vive se salva.
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