Benedetto XVI e i contemporanei
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Come sottotitolo vi verrebbe in mente "se tutti parlano, il dialogo diventa frastuono!".
Le clamorose dimissioni di Benedetto XVI hanno suscitato una marea di reazioni.
Tralascio i commenti volgari, barbari, ignobili, indecorosi e ignoranti di tanti ragazzini che a 16 anni pensano di sapere cos'è la vita o di tanti adulti "atei" incalliti, "miscredenti" o "agnostici" menefreghisti.
Non solo da loro non mi farei spiegare mai né la Teologia né dove sia la posta più vicina, ma non ha senso attribuire loro un'importanza che non hanno. Spero che si convertano, ma di questi tempi, con queste condizioni, in questa "prostrazione morale e intellettuale e questa falsa libertà ammantata di ricchezza e di saccenza" quei commenti si descrivono da soli.
No, invece io passo ad analizzare articoli e posizioni di alcuni interventi sulla stampa nazionale.
I DUE PONTEFICI IN VATICANO di VITO MANCUSO (La Repubblica)
Il dato più condivisibile scritto dal teologo Vito Mancuso nell'articolo I due pontefici in Vaticano è la chiarezza con la quale disconosce il titolo. Dalle ore 20 del 28 Febbraio non ci sarà più papa Benedetto XVI, egli passerà alla storia come Papa. Ci sarà un Papa che torna cardinale. Dunque non due papi ma uno nuovo di zecca e il predecessore, così vicino a lui.
Che Ratzinger possa influenzare il nuovo eletto non è da credere, invece. Con difficoltà ha mantenuto in equilibrio la "barca" sino ad oggi, come potrebbe esigere rispetto da semplice "ex".
Tuttavia l'articolo si sostanzia anche di un altro dato, meno importante a mio giudizio: che Benedetto XVI ha scritto la Storia!
Quello che è assolutamente inconcepibile, almeno per me, è che questo gesto è stato interpretato dall'autore come un gesto laico.
"la laicità ha avuto la meglio sulla sacralità", dice Mancuso.
Certo, questa frase sottende al ragionamento per cui Benedetto ha distinto l' "essere Papa" con il "fare il Papa", concezione (per lui) medievale alla quale anche Giovanni Paolo II si sarebbe attenuto.
Falso! Il fatto che la persona del Papa sia sacra è certo un residuo medievale ma spazzato via da molti papi moderni, l'ultimo dei quali Giovanni Paolo II che mostrandosi malato e persino incapace di parlare ha comunque adempiuto a quello per cui era stato chiamato.
Altra cosa è dire che i tempi moderni sono diversi, nuovi. E questo è il discorso di Benedetto. E questo discorso è degno di considerazione. Ma che questo atto sia un atto laico e non sacrale, me ne guarderei bene dal dirlo!
La scelta, si è detto più volte, è stata molto ponderata. (Infine si sa di una operazione di sostituzione del peacemaker tre mesi fa).
Davanti all'incapacità davanti ad un mondo così ostile e veloce che richiede "attualità" e "presenza" anche fisica, il gesto di Benedetto assume una nuova luce. Gesto rivoluzionario, ispirato, non laico.
LE GOFF - Intervista in R2
Più affascinante è la ricostruzione dello storico Jacques Le Goff.
Lo storico francese individua alcuni spunti di riflessioni circa l'atto papale:
A) la continuità trasformativa della Chiesa;
B) il rifiuto di Benedetto non è rifiuto del proprio compito bensì della modernità;
C) indica che il termine "dimissioni" non è corretto, ma è preferibile quello monarchico di abdicazione;
Le Goff ritrova similarità (pur nelle differenze) con Celestino V. Entrambi hanno fatto un gesto clamoroso perché in contrasto con la Chiesa a loro attuale e con la società.
Celestino, Benedetto, sono uomini di ascesi l'uno e di studio l'altro. Per Benedetto vale il discorso che in questa società così indifferente, utilitaristica, individualistica, la sua capacità di annunziare il Vangelo è inefficace.
Consiglio la lettura della breve intervista!!!