Prendo a scrivere una notte d'inverno del 2015 dalla nascita di Cristo, perché tempo estremamente bisognoso non dico di Verità, che è acqua di tutti i millenni dell'uomo se pure egli la cerca, ma di cultura.
Ed essendo io forse il meno adatto a dare spiegazioni culturali sui Vangeli o sulla storia di duemila anni or sono, per la mia stupidità di non conoscere né latino né greco e né ebraico o aramaico, posso soltanto aiutare la discussione moderna facendo un poco di ordine nella babele lucrosa di libri, saggi, commenti e scoperte varie susseguitesi in così breve volgere di anni.
Anzitutto, per premesse necessarie, siano quanto segue:
- Chiunque abbia riletto almeno una volta i quattro Vangeli sinottici si sarà accorto delle enormi differenze tra scelta di composizione, contraddizione nel riferimento di alcuni passaggi (per non parlare del piano linguistico, per cui bisognerebbe avere studiato).
Nessuno oggi nega che i quattro Vangeli presentino delle divergenze che ci interrogano.
- La datazione composta da Dionigi il Piccolo (Dionysius Exiguus) SEMBRA essere errata per la maggior parte degli studiosi moderni, in base a raffronti con i Vangeli.
Tuttavia, la grande prova dell'errore del calcolo da parte del monaco (vissuto tra V e VI secolo) sarebbe la data di morte di Erode il grande, avvenuto, come pare, il 4 a.C.
Ergo, Gesù figlio di Giuseppe e di Maria, sarebbe nato tra il 7 e il 4 a.C.
In più, poiché fino all'arrivo degli Arabi non si concepiva e conosceva il concetto dello zero, non esiste un anno zero, avendo Dionigi numerato I secolo avanti Cristo, l'anno precedente l'avvenimento della nascita di Gesù e I secolo dopo Cristo, l'anno successivo.
Mancando un anno zero, dunque, la numerazione risulterebbe ulteriormente falsata e complicata.
Che gli studiosi cerchino di fare degnamente il proprio lavoro è fatto che conforta, se non fosse che, quando si parla della fede di milliardi di persone e della non fede di altri miliardi la scienza si piega troppo spesso all'ideologia del momento o del parlante.
E questo non è corretto.
Tuttavia, volendo accettare queste premesse per vere ed assodate, andiamo a chiarire alcune questioni che invece sembrano più degne di mani da giallista che da studioso.
• Alcuni dicono di Gesù che non sarebbe vissuto, ma sarebbe frutto di invenzione da parte di chi ha scritto i Vangeli (una sorta di club letterario antelitteram, a questo punto).
Su questa ipotesi, a volte anche confortata da congetture ben architettate, non è il caso di soffermarsi semplicemente perché stanno al metodo scientifico come io sto davanti ad un discorso in greco di Platone da dover tradurre.
La storia è scienza e la scienza si basa su prove. Le prove storiche sono le fonti. Abbiamo delle fonti (quattro canoniche, sinottiche, e tante altre non rientrate nel canone), non usare quelle è più deviante che usarle in modo inappropriato.
• Alcuni sostengono che Gesù sarebbe stato un esseno.
Da questa premessa, parte di loro dice che avrebbe rivoluzionato con le armi la Giudea, avendo come nome di battaglia (moda di tutti i patrioti prima e dopo di lui) Bar Abba (figlio del Padre) e che, in sostanza, Gesù sarebbe il Barabba descritto nei Vangeli. Sarebbe la stessa persona.
Dunque gli evangelisti, come riverenza o per creare il suo mito avrebbe scritto di lui quel che hanno scritto scindendolo.
Questa affermazione è una congettura, la quale non si sta qui a dire che è fantasiosa e improbabile ma che è talmente difficile da dimostrare, in mancanza di fonti, che è come dire che per me prima Giove era un secondo Sole e poi si è spento e rimpicciolito.
• Ci sono coloro che affermano che il Cristianesimo sia, così come lo conosciamo (e la stessa figura di Gesù), un'invenzione paolina. Cioè che Saulo, poi Paolo, convertito alla fede di Gesù Cristo chissà perché, forse perché andava di moda o per ambizioni di successo del giovane, avrebbe impostato i Vangeli (i quali sono precedenti alla sua conversione...) o la dottrina (la quale era stabilita tra gli Apostoli ma già oggetto di discussioni interne prima dell'intervento di Paolo tra conservatori e riformatori- lo stesso Pietro in seguito ad un sogno passerà dall'altra parte).
Siamo ancora nel campo della congettura, questa volta perché ad essere non creduti sono gli Atti.
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Il problema di tutto ciò non è che bisogna necessariamente credere ai Vangeli (o a tutti) o agli Atti ma che, in mancanza di altro materiale o si crede a questi o non si crede a questi.
Il resto è un'operazione arzigogolata di ricostruzione da tradizioni, costumi, gli Ebrei erano soliti fare così, questa espressione lessicale richiama a questo particolare ambiente culturale eccetera eccetera.
Dunque le fonti, si diceva. Che poi gli approfondimenti lessicali, archeologici, numismatici, geografici, antropologici e chi più ne ha più ne metta, servano per comparare e confrontare, per confutare o certificare quello che le fonti dicono, questo è lampante che deve essere.
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• Altro punto dolente la questione messianica del Regno di Dio e del Regno dei Cieli.
Punto centrale della predicazione di Gesù è il Regno dei Cieli (basileia ou ourion - melkut ha shamayim).
Il Regno di Dio è definizione più ebraico-romana, cioè di quell'Israele alleato di Roma che mantiene la fede dei Padri e sta nell'impero.
Il Regno dei Cieli sarebbe definizione più essena o ebionita o, comunque, filopartica.
Dunque il Gesù storico potrebbe essere stato un rivoluzionario che ha preso Gerusalemme tra il 33 e il 35 (prima marcia del nuovo governatore Vitellio sulla città).
Così questi, definito re dal TITOLUS CRUCIS, e solo un re poteva essere definito re con il consenso dell'imperatore, dovrebbe avere sconfitto con le armi questo Gesù storico e dovrebbe averlo punito.
Peccato che, secondo quanto riportano le nostre uniche fonti, i Vangeli, sarebbe stato Pilato a far crocifiggere Gesù e non Vitellio (e non si vede, davvero, il motivo di questa eventuale menzogna, insignificante, se si vuole per la buona novella della Resurrezione) e che Pilato, indeciso sul da farsi, timoroso di un ricorso all'imperatore da parte del Sinedrio ma anche dei disordini da parte dei seguaci di Gesù, volle tentare la mediazione prima (c'è l'usanza per la Pasqua che io vi liberi un prigioniero... non ho trovato in lui nessuna colpa...) e poi di accontentare gli uni, mandandolo in croce, ma anche gli altri, facendovi apporre in tre lingue il cartello, Iesous Nazarenus Rex Iudeorum...
Dunque, a parte spostare le date e cambiare i personaggi (cosa, ripeto, ininfluente per i Vangeli che anzi indulgono anche a descrivere il triplo processo subito da Gesù - a casa di Anna e di Caifa, da Pilato, da Erode Antipa e poi nuovamente da Pilato) e forzare la lettura del cartello della croce, come se questo Gesù storico fosse stato per pochi anni veramente re di Gerusalemme, (e forzare anche tutto il discorso tra Gesù e Pilato - il mio regno non è di questo mondo...), cosa risulterebbe non dico vero ma verificabile, non dico sostanziale ma per lo meno coerente con il messaggio evangelico (che non è gossip o la vita di Cristo, il Vangelo, perché se si pensa questo si deve tornare all'ABC)?
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Di tutti questi infiniti discorsi e di queste librerie che sputano fuori libri e titoli sempre più azzardati e meschini, tolto che c'è molto da grattare della patina ufficiale del Cattolicesimo e delle traduzioni (spesso deludenti) della Cei, cosa rimane se non protagonismo degli autori, ideologica atea votata al massimalismo, odio per la religiosità e la fede o ignoranza?
E, credete, io giustifico semplicemente coloro che, letti i Vangeli, dicono, "io non credo che Gesù di Nazareth sia il Figlio di Dio!". Punto.
Questa gente merita da parte mia tutto il massimo rispetto e ne ho una stima enorme.
Senza bisogno di scrivere per avere profitto e notorietà o per pubblicità ed etichetta.
Il Regno dei Cieli cos'altro è, infatti, se non questo nuovo aspetto della religiosità del I secolo a.C. che nell'avvenimento nascita di Cristo e annuncio della buona novella è la semplice complessità dell'inapparente?
Questo è il significato vero e autentico, per quel che io so, per quel che sento, per quel che ho studiato e per quel che ho percepito delle fonti.
Lo stravolgimento del pensiero umano nella nuova prospettiva di Dio è lo stravolgimento delle convinzioni scientifiche che i contemporanei di Gesù avrebbero dovuto arguire nell'espressione "Regno dei Cieli".
Che dovrebbero arguire, se di convinzioni scientifiche ce ne sono anche oggi, se sono scientifiche.
Per questo l'attacco persistente al Cristianesimo, detto invenzione o cose simili, non è altro che invenzione esso stesso.
Il Cristianesimo ha fonti che raccontano un accadimento che ha cambiato, in ogni modo, la storia dell'umanità: ad ognuno credere in quel racconto o non crederci.