Blog religioso
Io sono Francesco"Io Sono Francesco" è il progetto-canzone dedicato alla figura di San Francesco di Paola, tra i santi più amati e conosciuti. Il videoclip, prodotto da Imago ArtWork per la regia di Marco Gallo, racconta il viaggio di un bambino all'interno del Santuario di Paola passando per i principali luoghi vissuti dal Santo in un racconto suggestivo attraverso gli occhi del piccolo e bravissimo protagonista Lorenzo che va alla ricerca del Santo e forse di una vocazione che possa avvicinarlo e avvicinare chi lo guarda all'importante figura di San Francesco.
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La Cristianofobia del Terzo Millennio. Christianophobia of the Third Millennium.La Cristianofobia è, a mio parere, la prima e la peggiore delle malattie del nuovo Millennio. Ed è una malattia di ritorno. I primi secoli dalla nascita di Cristo, quando il mondo romano era ancora pagano, videro persecuzioni orribili e tremende, idolatria e uno stile di vita che oggi definiremmo sesso-droga e rock and roll. E i primi Cristiani erano derisi e angariati da disegni come questo, che offendeva Gesù e i suoi credenti. Il Graffito di Alessameno è un'iscrizione in greco che dimostra lo scherno dei Pagani nei confronti dei Cristiani. Datata al III secolo potrebbe essere anche precedente. La scritta recita: "ΑλΕξΑΜΕΝΟς CЄΒΕΤΕ ΘΕΟN" (Alessameno venera il Dio"). Tertulliano nel suo Apologetico (capitolo 16 dal titolo: Stupida e falsa è l'accusa che i Cristiani adorino una testa d'asino. Adoriamo una croce? Non sono forse sopra una croce o sopra croci fabricati i vostri dei?) scriveva a questo proposito, dell'ignoranza degli altri circa il Cristianesimo: Ma anche chi ci crede adoratori di una croce, sarà nostro correligionario. Quando si adora un legno, poco importa il suo aspetto, essendo la stessa la qualità della materia; poco importa la forma, quando proprio codesto legno sia il corpo di un dio. E tuttavia quanto poco si differenzia dal legno di una croce Pallade attica e Cerere faria, che senza figura si presentano, rozzo palo e legno informe! [6] Parte di una croce è ogni legno, che piantato viene in posizione verticale. Noi, se mai, adoriamo un dio intero e completo. Ho detto che, quale forma iniziale degli dei vostri, i modellatori abbozzano una croce. Ma anche le Vittorie adorate nei trofei, mentre dei trofei le croci formano le parti interiori. [7] Tutta la religione romana degli accampamenti venera le insegne, giura per le insegne, le insegne antepone a tutte le divinità. Tutta quella congerie di immagini su le insegne, sono monili apposti a croci; quei veli degli stendardi e delle bandiere, di croci sono rivestimento. Lodo la vostra diligenza: consacrare non avete voluto delle croci disadorne e nude. [8] Altri, indubbiamente con un concetto di noi più umano e verisimile, credono che il sole sia il nostro dio. Se mai, saremo messi fra i Persiani, sebbene non il sole dipinto in un lenzuolo adoriamo, avendolo, esso proprio, dovunque, nel suo disco. [9] Di qui in fin dei conti un tale sospetto: è noto che noi si prega rivolti dalla parte d'oriente. Ma anche molti di voi, affettando di adorare qualche volta pur cose celesti, le labbra muovete volti dove sorge il sole. [10] Del pari, se il giorno del sole concediamo alla gioia per un ben altro motivo che per il culto del sole, veniamo al secondo posto dopo coloro che il giorno di Saturno all'ozio e alla crapula dedicano, differenziandosi essi pure dal costume giudaico, che ignorano. [11] Ma una nuova rappresentazione del dio nostro è stata già recentemente in codesta città divulgata, dacché un criminale, assoldato per frustrare l'assalto delle bestie, espose un dipinto con una scritta di questo tenore: 'il dio dei Cristiani, razza di asino'. Questo dio aveva orecchie d'asino e un piede munito di zoccolo e recava un libro e la toga. Ridemmo e del nome e della figura. [12] Sennonché essi, gl'inventori della rappresentazione, senz'altro adorare avrebbero dovuto il nume biforme, dacché dei con testa di cane e di leone, con corna di capro e di ariete, becchi a partire dai lombi, serpenti nell'ima parte e alati nelle piante e nel tergo promiscuamente accolsero. Tutto codesto per abbondare, al fine di non aver omesso, in certo modo scientemente, nessuna diceria, senza averla confutata. Di tutto ciò ci scolperemo nuovamente, volgendoci senz'altro alla esposizione della religione nostra. Basterebbe Tertulliano, che è solo una voce, una testimonianza per indicare quello di cui tratteremo nell'articolo. Come I primi Cristiani hanno davvero molto sofferto. La Chiesa, diceva qualcuno, è stata costruita con il sangue dei martiri. Per questo questa cristianofobia di ritorno è la malattia peggiore del millennio. Un ritorno al passato che, se vincente, precipiterà l'umanità molto ma molto indietro nelle tappe del sue viaggio. Parto naturalmente da un pregiudizio, quello che Cristo è Vita, Verità e Vita. Non starò qui a spiegare perché, l'ho fatto in tantissimi altri articoli. Qui spiego perché, comunque la si pensi, è segno di incivile ignoranza abbandonarsi a questo odio sconfinato nei confronti di simboli e segni cristiani. Anzitutto dividiamo il cristianofobo, dal laico, dall'ateo. Il cristianofobo è una persona, di altra religione o laica o atea, che prende di mira con violenza, verbale o fisica, i simboli ed i segni della religione cristiana. Lo fa scientemente, molte volte, ed è volte ad un sovvertimento dei valori di cui il Cristianesimo è portatore; la parola laico, invece, ha una storia più complessa: laico significava in origine qualunque fedele cristiano (poi cattolico) non fosse un consacrato (Papa, vescovo, sacerdote, prete eccetera). Nel corso del tempo, invece, è passato a definire un'idea o una persona contrapposta alle idee della Chiesa, sino ad oggi, quando il termine viene confuso variabilmente con ateo; da questo si evince che il laico, a mio giudizio, oggi è una persona che, credente o meno, ragiona e critica, filtra, giudica e dialoga con tutti. Laici sono molto pochi per come la intendo io. Io mi dichiaro laico proprio perché sono religioso. La massa o è accesamente cattolica o è accesamente atea (o laica inteso nel senso moderno di cui sopra); l'ateo è il non credente, colui che non crede in Dio ma che è meno intransigente dell'ateo laico (quello che confonde i termini o li intende modernamente per andare contro i fanatici cattolici). Di modo che ci saranno due parti divide e contrapposte, per interessi spesso: i cattolici contro i cristianofobi e gli atei laici. I pochi laici sono coloro che vedono i difetti e i pregi degli uni e degli altri. Insegnando si studia la storia del mondo, ed in particolare dell'Occidente e non si può non studiare, dunque, il Cristianesimo (piaccia o non piaccia). Oggi, alla domanda, "ci sono cattolici in classe", pochi hanno alzato la mano e una ragazza non sapeva se lo fosse o meno. Se chiedeste loro cosa è il Cristianesimo vi risponderebbero a fatica. Basti pensare che quasi tutti praticano il Catechismo e non tutti coloro che praticano catechismo si sono dichiarati cattolici. Dai ragazzi impariamo la parabola dei tempi: c'è molta confusione, c'è molta ignoranza (non conoscenza). Se ci sono caos e non conoscenza come si arriverà alla Verità. Ah, già. Perché naturalmente è da un mezzo secoletto che ci rispondiamo che la relatività deve regolare i nostri rapporti, i nostri dialoghi e le nostre vite. Benedetto XVI provò a scalfire quel muro di relatività che attanagliava e attanaglia l'uomo moderno. Fosse o meno in buona fede, non era certo aiutato da un contesto che poi lo ha portata alla sua rinuncia. Se intervistaste molte persone per strada il risultato, sono certo, sarebbe sorprendente. Direbbe quanto la gente non crede ma non sa nemmeno in cosa non crede. Questa società, però, non ha perduto l'aspetto culturale della religione da un giorno all'altro. Questo è stato un sistematico condizionamento dei media che negli ultimi vent'anni e più hanno prodotto questo tipo di approccio alle cose, quello scettico- relativistico. Pure dobbiamo dare contorno agli oppositori della Chiesa dentro la Chiesa. Perché non è tanto l'attacco esterno ad avere prodotto una Chiesa esplosa in aria la concomitanza di quello con un attacco interno. L'edificio etico-morale della Chiesa è crollato in parte implodendo ed in parte esplodendo. L'immagine tremenda e sempre vivida in ognuno delle Torri Gemelle di New York ci aiutano a capire quello che è successo alla Chiesa. Ora, da tempo si discute, ad esempio, di crocifisso a scuola o dell'opportunità di celebrare il Natale religioso a scuola. Qualcuno inizia addirittura a parlare di Natale laico, ricordando che i Cristiani si sono appropriati della festa del 25 Dicembre per sostituire la festa pagana del Dies Natalis Solis. (prego vedere risposta di Tertulliano all'inizio del post, Apologeticum del 197 d.C.).
(Di oggi è la notizia che il Preside che aveva proposto il Natale laico in una scuola nel Milanese si è dimesso. Naturalmente cori da stadio pro e contro di lui. Il problema dell'ignoranza e dell'intolleranza di entrambe le parti rimane.) Persino leggendo pagine intense di un filosofo da me amato come Gramsci, di un poeta a me vicino come Pasolini o di un narratore così a me chiaro come Pavese si trova la stessa, medesima nostalgia per la caduta dell'illusione, dell'idea di Dio, del senso religioso dal loro cuore e una constatazione, tra le tante, che è pure in parte vera ma non assoluta. Gramsci, Pasolini e Pavese affermano che il Cristianesimo è entrato in crisi, nella seconda parte del Novecento, soprattutto ma già dall'Ottocento, per il cambiamento epocale della società umana passata da una civiltà agricola ad una civiltà industriale. Dal contadino all'operaio. Il contadino aveva bisogno di religioni agrarie come quelle dell'antichità e come il Cristianesimo. L'operaio non ne necessita più. E dunque, anche con fervore e generosità, se li leggete, troverete in loro ragioni per le quali il Cristianesimo rimemora costantemente i riti del passato. Ne sarebbe quasi una copia, un guazzabuglio sincretico di idee precedenti. Qui l'errore. L'enormità della novità della proposta cristiana avrebbe bisogno di un'analisi lunga e lucida. Mi limito ad analizzare che:
L'identità di GesùUn articolo di Ben Norton descrive l'identità di Gesù. |
Ostensione della Sindone, 2015. Cronistoria di una reliquia tra scienza e fedeLa Sindone di Torino, reliquia che da sempre fa parlare di sé. La sua è una storia affascinante dentro la quale scienza e fede, come molto spesso, finisco per dividersi. Della Sindone non si parla subito. Storicamente, nei primi secoli, si hanno fonti scritte che parlano di un'altra reliquia, esposta nella città (oggi turca) di Edessa: il mandylion. (Clicca su immagine) Il mandylion, mantello, fazzoletto, era un'immagine (ritenuta archeropita, cioè non fatta da mano umana) del volto del Salvatore. Una leggenda dice che fu lo stesso Gesù a dare un fazzoletto di lino con cui si era asciugato e che recava la sua immagine, ad Hanna, messaggero del re Abgar V Ukama che malato chiedeva il suo aiuto. Fosse vera la leggenda, non sarebbe il mandylion la Sindone di Torino. FONTE 1: Egravio Scolastico dice che nel 594 la città di Edessa fu liberata da un assedio per mezzo dell'immagine santa. Nel mandylion si vedeva solo il volto di Cristo. PROBLEMA NUMERO 1: LE FALSE RELIQUIE Molti credono, nella Chiesa e nella scienza, che affermare "la Sindone è un falso!", destabilizzi il Cristianesimo. Ricordo l'epigrafe che un grande torinese pose ai suoi celeberrimi Dialoghi con Leucò, nella quale si asseriva che tutto quello che il Cristianesimo sosteneva lo dicevano già i riti romani, lasciando intendere, dunque, che cristianesimo e paganesimo non fossero poi tanto diversi. Ricordo anche Sisto V quando, saputo di un crocifisso che sanguinava, si recò presso di esso, si inginocchiò, lo prese tra le mani e pronunciò la famosa frase "Come Cristo ti adoro, come legno ti spezzo!", spaccando in due il crocifisso e scoprendo il meccanismo di spugne bagnate che lo faceva sanguinare.
2. DA EDESSA A COSTANTINOPOLI
Si dice che da Edessa fu portata a Costantinopoli e qui vista da un cavaliere francese (1204) che relaziona su un telo con dipinta l'intera figura del Cristo, esposa ogni venerdì all'adorazione dei fedeli.
PROBLEMA 2 - Tra le caratteristiche della Sindone di Torino coloro che credono alla sua autenticità, ovvero che sia proprio il telo di lino che ha ricoperto il corpo di Cristo morto e poco prima che risorgesse, ci sono queste: mitria di spine, fori dei chiodi nei polsi. Se l'immagine di Edessa era piegata, quella di Costantinopoli veniva esposta completamente. Perché, dunque, nessun artista ha copiato della Sindone questi due evidenti caratteristiche, mentre hanno tutti immaginato una corona di spine alla latina e che le mani di Cristo fossero forate in luogo dei polsi? I martiri cristiani di inizio millennioQuesti ultimi anni saranno certo ricordati, nella storia della Chiesa e dell'umanità, come anni di crisi morale, la quale è il primo sintomo di una malattia più vasta, che è sociale, economica e che porta alla fine violenta di un'intera epoca. L'avvento dei computer, il superamento della razzialità e della continentalità delle società occidentali e orientali, le solite guerre occorse ma anche altre, in extremis, evitate, sono solo alcuni aspetti positivi in un oceano di negatività. L'Italia fa testo a parte. Unita sotto l'egida del potere politico-culturale di Roma, per 1800 anni è stata divisa (ancorché sia retorico parlare di divisione territoriale senza distinguerla dalla politica, né citando i vari Re d'Italia che si sono avvicendati nel tempo, essendo Italia una più o meno vasta area della Penisola). Ebbe il suo Risorgimento con uomini illuminati, e "casualmente" coetanei, ebbe i suoi fallimenti, ebbe i suoi tormenti, ma si unì. A molti non piacque il come, a molti il quando, ma si unì. E questa unione fu a tappe. E la sofferenza si protrasse. E tutto fu un trascinarsi di emozioni sino alla Prima e Seconda Guerra Mondiale, che sancirono che quel popolo appena fondato non era un popolo unitario né tanto meno legato ad un valore comune, ma erano i tanti popoli stretti (o costretti) a stare insieme. Gli anni democristiani, gli anni socialisti, l'Italia ebbe la sua prosperità con l'aiuto straniero e con la voglia di riscatto di tanta genialità autoctona. Gli anni 90, in qualche modo, furono uno spartiacque che, col senno di poi, avrebbe inciso più di quanto credessimo, nella costituzione di un'Italia nuova, ma non migliore, più universale ma non più giusta, più multiculturale ma non più fraterna. Il berlusconismo, ormai finito (o si direbbe "rottamato") ha avuto almeno tre conseguenze importanti: 1. l'immigrazione selvaggia e massiccia e la multireligiosità e multiculturalità che ha ricolorato il nostro Paese; 2. l'ingresso in politica e amministrazione di tanti non addetti ai lavori; 3. la "prostituzione" morale ovvero la corruzione, (mai conclusa, per carità, ma adesso divenuta...) ambizione e pretesa, quasi marchio distintivo del nuovo corso della politica, quasi vanto, quasi grasso ingozzamento di superfluo e di prebende da esibire al pubblico gabbato. Non si aveva più il sotterfugio o il "tutti lo sanno ma nessuno lo dice" democristiano. Era divenuta, la corruzione, un biglietto da visita da mostrare, da andarci fieri. Starei per dire, da invidiare. "Se avessi i soldi di B. lo farei pure io...". Tutto questo mentre il mondo diveniva una sola patria per l'umanità, mentre il terrorismo fondamentalista incitava i giocatori strateghi americani e non solo alla caccia all'uomo, mentre la Chiesa riscopriva i suoi vecchi e squallidi problemi interni, riscopriva il "sepolcri imbiancati" di tanti che si vestono in un modo, salgono su un tal pulpito e poi fanno altro. Le sue sfide la Chiesa le sta affrontando molto, troppo lentamente, distratta dal solito potere e dai soliti giochi politici che hanno inquinato il Vangelo e che fanno del Vaticano una spa, come denunciano molti (molti dei quali a torto o per interesse).
I martiri. I martiri cristiani. Ho fatto tutto questo preambolo, ho parlato di Duemila anni di storia italica, accennato ai mali della Chiesa, solo per dire di loro. Dei martiri cristiani, in ogni parte del mondo, che vengono sacrificati da falsi religiosi di un falso Islam, da falsi induisti di un falso Induismo. I Cristiani massacrati in Kenya, quelli che muoiono in apostolato, quelli che cercano di resistere in Medio Oriente, quelli scacciati o sterminati tra Siria e Armenia (a cento anni da quell'altro genocidio), sono loro la novità, novità antica, che dà luce a questo scorcio di millennio che fatica a trovare una propria identità.
Il sangue innocente ha un Creatore che li accudisce. Non lo dico certo per mieloso lenire un profondo dolore ma per convinzione personale radicata. Il sangue innocente di quei fratelli, come di tutti quei fratelli di altre religioni perseguitati, servano alla pace universale, alla pace in Cristo, alla pace nel mondo come il sangue dei Santi dei primi secoli. Un nuovo inizio è ogni giorno. E ogni istante è un nuovo giorno sul nostro pianeta. |