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La riforma del Senato e la demolizione della repubblica


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Roma, Palazzo Madama, Aula del Senato della Repubblica.

Questa è la scena del thriller che sta infiammando gli animi degli Italiani in questo ennesimo Aprile di crisi economica, in questa sempre uguale decadenza della politica quale strumento di democrazia. Già, la democrazia. La Democrazia, in questo Paese, è sempre stata un problema più che una risorsa. Problema che si è riusciti ad evitare con eleganza, mascherando in ogni modo delle vere e proprie scelleratezze con gli abiti di chissà quali riforme e di chissà quali lotte per il progresso.

E l'ultima avviene proprio qui, al Senato.

Il Senato! In un Paese senescente e tradizionalmente abituato più alla saggezza (corruttiva) dei Padri della Patria che al vigore (sfrenato) dei giovani scaldapopolo, la parola Senato, a Roma, richiamerà alla memoria le memorabili imprese dei Catone e dei Cicerone della Repubblica Romana ancorché le peggiori nefandezze e i migliori atti di eroismo civile della storia d'Italia abbiano, invece, come scenario l'altra Camera, quella di Montecitorio, dove un giovane Matteotti gridava al mondo e alla nazione l'usurpazione fascista.

 

Eppure io credo che oggi Cicerone e Matteotti avrebbe esclamato insieme che sotto il nome di riforma del Senato si nasconde la più pericolosa e sedizione macchinazione contro l'architettura costituzionale italiana, da molti ritenuta molto valida quanto più sicura.

Allora perché oggi i giornali, il popolo, i politologi si dividono tra pro Renzi e anti Renzi?

Perché Renzi divide gli Italiani tra conservatori e riformatori.

Analizziamo, allora, cosa non convince di questa cosiddetta riforma:

 

1. LA FRETTA - Si è passati da trent'anni di insulso e vergognoso tiraemolla a due mesi per la realizzazione; cosa tanto più strana quanto sospetta.

2. LA PERFETTA SINTONIA - Renzi imita Berlusconi, Berlusconi incontra e lancia Renzi. Se è vero che il guelfismo e il ghibellinismo spinti sono un problema del nostro Paese, è altrettanto preoccupante che un lupo e un agnello... O forse il lupo è travestito da agnello? Leggere Fedro!

3. NIENTE COSTO, NIENTE SCELTA - Il punto cardine di questa riforma è il risparmio, in nome del quale si sono già devastati più tessuti del vivere civile (salute, sicurezza, istruzione ecc...).

Il Senato vedrà la metà dei Senatori!, affermano vittoriosi alcuni giornali-banditori.

I nuovi Senatori NON COSTERANNO PIù ALLO STATO!, dichiarano ancora più festanti.

Cose queste che sole, se fatte bene, varrebbero il plauso di molti Italiani che da decenni avevano richiesto tali provvedimenti.

 

Però si aggiunge, con poca enfasi, che questo nuovo Senato sarà di NON ELETTI!

 

Cioè non più 315 Senatori eletti dagli Italiani e che costano un sacco di soldi ma 148 Senatori (tra sindaci, consiglieri regionali e via discorrendo; molti dei quali scelti dal Presidente della Repubblica, lo stesso che ha nominato i "saggi", che sta tacendo colpevolmente in un clima politico e sociale incandescente...).

 

Il problema NON è dunque il Senato, ma lo spreco perpetuato al Senato.

Non i Senatori, ma il loro numero, le loro assenze, la loro poca efficacia. Non il costo della democrazia ma il suo funzionamento.

L'anomalo non è che ci siano due Camere, come in tutte le democrazie occidentali, poiché esse significano garanzia, sicurezza, controllo e vigilanza maggiore, ma l'anomalo è che il ritmo di lavoro del Parlamento italiano sia molto diverso da quello di altri Stati.

Signore mio, chi non vede, in questi tempi grami, che questo è un vero e proprio colpo di Stato?

Chi non vede la pericolosità del futuro?

Chi, addolcito dal "nessun costo" non sente l'amaro della dirigibilità e della fragilità dell'impianto istituzionale.

Certo, tra i conservatori ci sono quelli che non voglio perdere la poltrona, ma solo perché la politica, in Italia, è intesa come il possesso di una poltrona.

 

LA DEMOCRAZIA, L'INSIEME DEI VALORI ANTICHI E MODERNI, LO SVILUPPO MAGGIORE DEL PENSIERO UMANO, LA STRADA DELLA FRATELLANZA UNIVERSALE, NON PUò, NON DEVE, NON VOGLIAMO CHE CADE COSì IMPUNEMENTE SOTTO I COLPI MASCHERATI DI UN CHISSà CHI, NON VOTATO DA NESSUNO E CHE LASCERà IL NOSTRO AMATO PAESE O ESANIME O DISTRUTTO.