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L'eco triste delle bombe


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28 Maggio 1974. Boom! Da quel suono sordo, secco, definitivo e barbaro sono passati ben 40 anni.

L'eco triste di quel ricordo, delle bombe, arriva violento sino a noi: triste perché ancora senza verità e senza giustizia; violento perché da quel Paese e da quell'Italia siamo molto, troppo cambiati. Cambiati, si badi, non migliorati.

Quell'Italia era un'Italia solare, o almeno sembrava, energica, o così pareva, che dalle macerie della guerra stava ricostruendo città, servizi e con ogni genere di promessa capitalistica le pubblicità potessero ingolosire il pubblico.

Già, in quell'Italia oramai già divenuta di popolo pubblico, quella protesta, quello sciopero, lo sciopero, erano non solo pericolosi riflessi delle rivoluzioni che non furono (e per molti aspetti, meglio così), ma erano anche il vizio e lo strapotere di un sindacato che nella società aveva oramai un posto nella sala dei bottoni. Non più solo disturbatori queruli di diritti, ma padroni di diritti essi stessi, i sindacalisti.

Questo si diceva dall'altra parte, mentre a Sinistra, invece, erano i padroni a guadagnare sul sudore e sul sacrificio degli operai.

Beh, oggi, dopo quarant'anni, Brescia, l'Italia, l'Europa e il mondo sono molto diversi. Un'era novella, nata dalla tecnologia, dalle migrazioni e dal desiderio di pace dei popoli, ha informato una civiltà universale come non se ne sono mai viste.

Eppure oggi, in parecchi aspetti economici e sociali, quella bomba risuona ancora.

La strage di Brescia, di Piazza Loggia, di quel 28 Maggio 1974, negli anni degli scontri tra classi sociali, tra Destra e Sinistra, tra ideologie, sistemi, modi di vivere, è stata l'inutile ripetizione di una violenza e di un'intolleranza che il mondo di oggi ha sconfitto. Pure, la disoccupazione, la corruzione di quell'Italia e di quei politici, di quei sindacalisti e di quelle istituzioni, ha lasciato un debito troppo alto per la nostra generazione.

Generazione cresciuta nella ricchezza e alla quale è stato dato tutto perché non pretendesse niente, che non si informa (o non a dovere), che non comprende, che non si smarca da quegli atteggiamenti deviati che hanno prodotto la decadenza attuale.

Quella bomba, che uccise e ferì innocenti, che è ancora senza giustizia, che è stata piazzata da quei terroristi (dell'uno e dell'altro colore) che si sono macchiati di un gravissimo crimine contro la nazione e l'umanità, quella bomba di Piazza Loggia, in un'Italia così tanto cambiata, è ancora, paradossalmente e ironicamente, tragicamente attuale.