Nonostante lo scetticismo di alcuni, scetticismo così roccioso che nemmeno i fatti, quando talvolta lo smentiscono, riescono ad addolcire, la veglia di preghiera promossa da Papa Francesco è stato un successo di presenze e un successo diplomatico di non poco conto.
L'insistenza con la quale il Papa ha prodotto una particolare attenzione ai venti di guerra che stavano soffiando, la sua popolarità, la sua voce, hanno fatto sì che i giochi militari si fermassero; giochi militari assai rischiosi sempre e specie se si tramutano nella tanto temuta generalità le cui conseguenze in tante parti del mondo ancora si patiscono.
Non che tutti i giorni non fossimo aggiornati della situazione, ma la voce del Papa è stata una voce autorevole che non si è potuta tacere senza pensare alla stabilità e popolarità interna ai propri Paesi, soprattutto per la sensatezza e la pubblica ostilità di molti cittadini del mondo all'impresa bellica.
La Siria, già in guerra dal Marzo 2011, non necessita di una nuova guerra, ma di una mediazione diplomatica forte ché agisca provvidamente, imparzialmente e immediatamente nella regione per far tacere "il rumore delle armi".
Ma chi avrebbe potuto mediare tra Americani e Russi se non il Papa? L'Europa Premio Nobel per la Pace? L'Europa che si è mossa, al solito, per motu proprio, Francia e Inghilterra per l'intervento e tutti gli altri no? No di certo!
L'Onu? Questa presenza sempre più diafana ed eterea che non so perché ma non gestisce la pace figuriamoci se riesce a seminarla dove ce n'è bisogno.
Il Papa, allora, come fece già Giovanni XXIII, ha sbrogliato la situazione mettendo in contatto i due potenti delle maggiori nazioni.
E così il Presidente russo è stato colui che si è proposto come mediatore tra Siria e Usa.
Da questa vicenda il russo ne esce rafforzato, il Presidente americano, invece, è incorso in una inguaribile figuraccia internazionale e nazionale che gli ha fatto perdere le simpatie generali.
In effetti, questo Obama che aveva acceso il mondo con parole di speranza, si sta rivelando un prosecutore della politica repubblicana, per certi versi.
Ce ne rammarichiamo tutti. Gli Usa hanno sbagliato tanto nella loro storia e sono stati, al tempo stesso, importanti per lo sviluppo del pensiero democratico e per le tante virtù che hanno esportato nel mondo.
Avere degli Usa sani è volere di tutti. Degli Usa che prendano esempio da un Papa che sta spazzando via ogni pregiudizio iniziale e che in soli sei mesi ha fatto recuperare alla Chiesa secoli di arretratezza culturale e istituzionale tanto da essere uno degli Stati più in via di ammodernamento. A me pare che anche lo Stato italiano ne risulti sconfitto, fermo a questioni deontologiche mai risolte e in preda a guelfismi e ghibellinismi inaccettabili, rosa dall'incapacità e dall'inettutudine dei parlamentari e in genere degli amministratori tutti.
Papa Francesco, insomma, con la sua parola di speranza ha impresso un'accelerazione al processo di riavvicinamento delle parti, decretando una nuova visione del mondo: non più guerra e pace, ma pace e mai più guerra.
La Giornata Mondiale della Gioventù nell'anno del Signore 2013 si terrà in Brasile, dal 22 Luglio al 29 Luglio.

La Giornata Mondiale della Gioventù è un' invenzione di Giovanni Paolo II, il quale aveva con questa giornata voluto riunire i giovani di tutto il mondo per parlare con loro di Cristo.
Cosa tanto nobile, splendida e unificante che fece, in questo solo gesto, recuperare qualche secolo di vecchiaia alla Chiesa universale.
Da quel 23 Marzo 1986 ne è passato di tempo e i tempi sono cambiati.
Alcune osservazioni:
1) La GMG diventa internazionale, svolgendosi nel Sudamerica (per molte ragioni, tra cui la crisi religiosa in Europa, il fatto che anche in quei Paesi davvero molto religiosi vi siano in atto processi lenti di laicizzazione). La ragione principale ritengo essere per dare un respiro internazionale al Cristianesimo, dato che il numero di Cristiani è maggiore laddove esso non ha potere politico e ne ha poco religioso. Ovvero, nei Paesi Sudamericani e asiatici.
2) La GMG è presieduta (caso, destino?) dal primo Papa non europeo e, in specie, sudamericano. Pure ci si trova davanti al paradosso di un Papa sudamericano che celebra la Giornata in Brasile pur essendo argentino. Questo dovrebbe fare riflettere tutti sulla fratellanza universale in Gesù Cristo Nostro Signore.
3) La GMG sarà un evento anche mediatico di portata planetaria e le parole dette da un papa gesuita e dall'impegnativo nome di Francesco risuoneranno nella mente e nel cuore di tutti i presenti e di coloro che non sono potuti andare. Pure, nata per i giovani, oggi giovane chi è? Il quindicenne, senz'altro!, ma perché, il ventenne non è giovane? E forse forse, visto che l'età si è allungata, il trentenne non è giovane? Per cui quelle parole valgono per i giovani che sento la giovinezza nel cuore. Coloro per cui il futuro è da costruire. Non come lo si costruisce oggi, con questi drammatici fatti di cronaca, con il chiacchiericcio, con lo scontro, con rappresentarsi la vita come un eterno raffronto con l'altro, il pensare ai propri interessi, a sé stessi... No, quella parola è seme in un cuore giovane davvero. Il cuore in Cristo, ad esempio, è sempre giovane. Perché usa pace in parole e in atto, perché vivifica con vicinanza e speranza, perché aiuta gli altri e pensa agli altri anche prima di sé stessi, perché crea un mondo migliore o per lo meno si adopera per crearlo.
Pure sono sicuro che quella parola per i giovani non sia, in realtà, solo per i giovani cristiani. Giovane è certo chi crede in Cristo, ma giovane è chi fa la volontà del Padre Eterno che è nei cieli: che sia musulmano, che sia cristiano di altra confessione, che sia buddista, induista, ebreo, confuciano o che creda in Dio in forme e modi più "semplici" se è un uomo giusto ha il cuore giovane.
In definitiva, il cuore giovane è di chi crede, ma la Parola del Papa andrà, prima di tutto, probabilmente, a chi non crede, per testimoniare loro che c'è una fede che è luce al cammino, che ci trascende, che ci parla nel Bene e nella Fratellenza, non ci lascia mai soli, ci chiama a cambiare vita!
4) In ultimo, una considerazione storico-sociale.
In Brasile, poco tempo fa, si è svolta la Confederation Cup, un torneo calcistico che ha richiamato tifosi da tutto il mondo.
Questo come anticipo dei Mondiali di calcio da svolgersi in Brasile l'anno prossimo.
Per l'evento da poco passato e quello a venire, si sono spesi molti soldi, in un Paese di 193 milioni di abitanti (23 ab per chilometro quadrato, quinto Paese più popoloso al mondo!) in cui molti milioni di persone vivono in povertà quasi assoluta.
In quel periodo, per protestare contro la corruzione, contro quegli investimenti, contro la mancata lotta alla povertà, milioni di persone sono scese in piazza contro la politica della presidentessa Dilma Rousseff. ARTICOLO REPUBBLICA
In quell'occasione si ventilava la possibilità di annullare la visita del Papa, che ora, pare, si svolgerà. Tralascio l'indegno modo di trattare la notizia da parte dei telegiornali italiani, i quali (tutti o quasi) hanno perso da tempo la mia stima.
Né dirò della brutta figura di un Pelé o della stessa Presidentessa.
A me, invece di tutto questo, interessa chiedermi: Perché? Perché milioni di persone di un Paese grande, potenzialmente ricco di risorse da garantire lavoro, istruzione e equità a molta più gente di quanto non faccia ora, perché un Paese del genere è così indietro rispetto alla sensibilità di riscoprirsi un vero popolo? E mentre mi chiedevo questo, facevo analogie più o meno sensate con il popolo nonpopolo superstite. (Due erano i popoli nonpopoli: l'uno ha ottenuto uno Stato ed è divenuto popolo, Israele!, l'altro è l'Italia e le Italie degli Italiani).
E, altra domanda, collegata a questa. Cosa può e cosa deve fare un Papa per potere non fare della Giornata Mondiale solo un ricordo da cartolina o di foto sulla spiagga, ma l'inizio di un rinnovamento della condizione umana, della vita degli uomini spinti alla sequela di Cristo, per fare intraprendere il cammino della Giustizia, della Verità, della Bellezza, della Pace e della Fraternanza?
Sarebbe da rispondere che qualcosa andrebbe fatto. Sarebbe da dirsi che è quasi impossibile fare qualcosa. Poi, la risposta si appunta su una e una sola considerazione: la Grazia di Gesù Cristo, il Figlio del Dio Vivente è un soffio di vento, di Spirito che infiamma i cuori. In tempi insospettabili, con modi imprecisabili, per risultati inimmaginabili!
Allora, se questo è vero come è vera la nostra fede, BUONA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTù, Fratelli miei!, Fratelli nel Cristo Risorto!
In Brasile, su tutta la Terra, sia pace a voi e ai vostri cuori.
Portiamo la Notizia dapperttutto, con la nostra vita!
Facciamo della Notizia il centro della nostra esistenza.
La Notizia, così, feconderà. E scoprirete e scopriremo che ci sono molte vite in una vita così!

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(Aleppo, Siria, 2 Ottobre 2012)
Le proteste contro il governo di Bashar al-Assad sono iniziate il 15 Marzo 2011. Il regime di Damasco cosa ha fatto? Repressione. Come ogni buon regime autoritario e dittatoriale. L'Europa cosa ha fatto? Ha guardato.
Dopo più di due anni, la morte di migliaia di innocenti, bambini in primis, i diktat e i veti contrari di Usa e alleati da una parte e Russia e alleati dall'altra, portano a una situazione di stagnazione, in cui si conquista e si perde il controllo di alcune città a costo di sangue fraterno.
Tutto questo, lo si sa, lo sanno tutti ancorché l'ipocrisia umana e la retorica degli Stati ammanti di colore la questione, è un mero fatto di soldi.
In più si unisca il discorso della pluralità delle fedi religiose; pluralità, naturalmente, che è una ricchezza, una conoscenza reciproca, un'aiuto immenso alla Pace universale, se ci si riconosce tutti fratelli, ma che in tempi di guerra non riesce a esprimersi come potenziale collante degli uomini.
L'incontro che c'è stato ultimamente in Irlanda del Nord avrebbe dovuto sbloccare la situazione, invece?, siamo ancora ad un nulla di fatto. Il governo siariano ha Russia e Cina come forti alleati e aiutano la repressione; gli Usa e alcuni Paesi europei fomentano la rivolta, guidata da Moaz al-Khatib, un imam sunnita.
Intanto il Medioevo dell'umanità, la guerra, non passa ma si rilancia sempre di più. Vivere in questo mondo non significa certo accettare quello che è per come è e si dovrebbe pur fare qualcosa per garantire libertà, verità, pace, sicurezza, lavoro e dignità a quei fratelli d'oltremare e oltre la Siria ai fratelli di tutto il mondo, pure, ci rinchiudiamo in casa, davanti alla tv, litighiamo per il calcio fino a sfasciare tutto e poi c'è chi offende il Cristianesimo o la Chiesa o si lamenta ma è il primo motivo della perdurante crisi valoriale occidentale, essendo come un senzasangue, un ripetitore di trivi commenti illogici e tesi solo all'offesa.
Che tristezza, in tutto ciò. Soprattutto per un cristiano, per cui il Paradiso si fa adesso! Che Paradiso è quello che lascia morire gli innocenti sotto i colpi di mitra dei repressori o dei rivoltosi?
La guerra ha i giorni contati, sempre. Fatto umano, prima o poi si esaurisce. Come l'odio. L'amore, la fratellanza, la fede sono sentimenti razionalisissimi che continuano a echeggiarci dentro per lungo tempo e a essi io voglio appartenere!
Il 6 Settembre 2013, nel corso del summit internazionale G20 a San Pietroburgo, Obama ha cercato alleati per l'attacco militare, Putin ha risposto che in caso di attacco la Russia aiuterà Damasco, i capi di governo europei, per la prima volta saggiamente tiepidi, hanno abbandonato sia l'uno che l'altro e hanno firmato sì una dichiarazione in cui condannano l'uso delle armi chimiche contro civili inermi da parte del governo siriano ma hanno anche preteso un mandato Onu che al momento sembra lontano. Così sembra smorzarsi la tensione creata dai due primo ministro e che ha riportato il pianeta indietro di cinquant'anni, ai tempi della Guerra Fredda.
Per Obama questo richiamo alle armi è stato un insuccesso politico internazionale, ma credo che se si incaponisse nel volere andare avanti da solo peggiorerebbe la già compromessa immagine degli Usa.
Il fatto che si giochi con la pelle e sulla vita di migliaia di migliaia di innocenti (forse milioni) è il crimine più orrendo di questa sceneggiata da salotto.
La Siria deve tornare in pace, lo deve a sé stessa, lo deve al mondo, lo deve alla pace. Purtroppo, se molti Paesi che fanno affari con la Siria poi le si scagliano contro, siamo al solito gioco ipocrita del capitalismo. Far guerra ai propri fucili per avere nuovi fucili da vendere.

La ginofobia, la paura delle donne, è uno dei grandi insulti all'umanità che continuano dalla notte dei tempi. Tanta strada è stata fatta per quanto riguarda leggi a tutela delle donne ed educazione e rispetto per la parità morale dei sessi.
Tuttavia ancora oggi si assiste ad una recrudescenza della violenza degli uomini sulle donne che sembra quasi vanificare tutti gli sforzi compiuti sinora per la costruzione di un mondo nuovo, fraterno e amorevole.
Si pensi alle tante donne uccise nei ultimi mesi in Italia da compagni-mariti o ex in un momento di poca lucidità.
Si pensi alle cronache che ci arrivano dal mondo, in quei Paesi in cui la donna è un oggetto.
Tra i quotidiani brutali attacchi alle donne, quello che ha fatto molto scalpore è avvenuto in India. I telegiornali ci informano che in uno dei Paesi più densamente popolati, con un'economia in crescita e una rigidità sociale ancora marcata, con una forte prevalenza dei rituali indù e molta povertà e ignoranza, ogni 20 minuti una donna subisce una violenza. Esempio significativo è accaduto, il 16 Dicembre un gruppo di ragazzi ha violentato in un autobus e successivamente spinto fuori dal veicolo una semplice studentessa di 23 anni.
Questo crimine ha scosso le coscienze. Gli Indiani sono scesi in strada, migliaia di donne hanno manifestato l'indignazione per questo scempio che si perpetua con facilità e senza che la giustizia sia troppo efficiente.
ARTICOLO SU LA REPUBBLICA
Considerazioni:
- La violenza è male e il male è frutto di ignoranza. Per cui, più ignoranza più violenza.
- La violenza sulle donne, in specifico, è frutto di una tradizione "culturale" dei popoli antichi, per i quali la figura dell'uomo si identificava con la forza e con tale forza egli regolava l'ambito familiare. Questo uso della forza e questa figura dell'uomo sarebbe anche collegata a visioni religiose, anch'esse però legate a culture eccessivamente lontane nel tempo. Il Cristianesimo, che io sappia, è l'unica religione che riconosce alla donna un primato sull'uomo, primato dovuto ad una scelta divina (L'Arcangelo Gabriele appare prima a Maria per chiedere il suo consenso al progetto di Dio e successivamente a Giuseppe) sia storica (la fede delle pie donne sotto la croce, Maria Maddalena e alcune discepole che vanno al sepolcro per lavare il corpo morto di Gesù, incontrandolo risorto!).
- L'ignoranza matrice di violenza non è "didattica" quanto piuttosto morale. Le violenze sulle donne avvengono da parte di uomini di diverse età, di diverse razze, di diversi Paesi, di diversi orientamenti "pseudo-culturali" (anche da coloro che si dicono cattolici o protestanti o ortodossi e non sono giammai uomini religiosi, andando chiaramente contro il volere di Dio!).
- Altra violenza sulle donne (e sul Cristianesimo) è stata l'affermazione di quel prete ligure rispetto all'abbigliamento eccessivamente provocatorio delle donne italiane che attirerebbe la violenza dell'uomo. Non credo che sia così. Credo che il prete sbagli profondamente, umanamente ed evangelicamente. Nessuno appartiene ad una data comunità perché indossa una tonaca o una divisa ma per quello che dice e che fa.
Le risposte a fenomeni tali possono essere certo il punire i carnefici e legiferare in favore delle donne ma soprattutto, principalmente e fondamentalmente l'educazione morale all'amore sincero, fraterno, disinteressato (agapè).
L'educazione dovrebbe procedere in due sensi. Educazione agli uomini perché riconoscano la dignità femminile e la rispettino (così come l'introduzione di molte dee nei culti pagani aveva contribuito ad una sempre migliore condizione della donna in quelle società - sebbene in posizioni così tanto subalterne). Educazione come insegnamento culturale alle donne, perché con lo studio e l'attività intellettuale possano liberarsi, lavorare in ambiti anche diversi dai domestici e conoscere e capire.
A questo proposito, il ristabilimento di Malala è una notizia che deve allietarci e farci sperare.
Come successe tanti anni fa, in Giudea, in un villaggio nei pressi di Gerusalemme, quando un Rabbunì (Maestro) insegna alla sua discepola Marta che l'importante non è il quotidiano ma l'eterno. (cfr. Vangelo di Luca, 10:41)
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