
Manifesto di uno spettacolo di Dieudonne che recita così: " Per un'Europa libera dalla censura del comunitarismo degli speculatori e della Nato".
La vicenda che fa molto rumore in queste ultime settimane è quella di Dieudonne M'bala M'bala.
Una vicenda francese ed europea. Una vicenda che ha vari aspetti: il grottesco, il ridicolo, il politico e il sociale, ad esempio, ma anche il pericoloso e, diciamo così, l' "illegale".
Anzitutto è un fatto grottesco che un uomo di colore, dico di colore, nato in Francia ma dalle evidenti origini africane, un uomo i cui parenti o antenati saranno stati sfruttati, frustati, violentati, uccisi, sterminati eccetera... che, invece, da vittima diventa carnefice.
(Così come lo stato di Israele, per giustizia parlando, è divenuto da vittima dei Nazisti carnefice dei Palestinesi).
Che i Francesi, i cari cugini francesi, cari amici e cari fratelli, i coraggiosi rivoluzionari, gli abbattitori dei regimi, gli strenui difensori della libertà, dell'uguaglianza seguano un comico così "degenere" è ridicolo. Anche se, per verità, si deve affermare che coloro che lo seguono sono per lo più ragazzi e ragazzi francesi ma di origine africana (cosa da non dimenticare mai!).
C'è, pure un fatto politico, dovuto al peso elettorale del partito di estrema destra di Marine Le Pen, figlia d'arte, la quale sta monopolizzando l'attenzione dei cittadini francesi su tematiche vecchie e brodose, quali l'antisemitismo, l'euro come colpevole di tutto quello che sta avvenendo, eccetera.
Il fatto che molti amici Francesi votino estrema destra è, forse, qualcosa di peggio che il nostro vile voto di compromesso, stretti in un'eterna dualità al centro, tutti vicini, tanto da confondersi, tanto da cambiare schieramento.
Pure, si diceva della Francia e dei Francesi, corrotti da una pubblicistica di partito, resi massa dai media, dimentichi della loro tradizione e del loro passato. Questo fatto politico, io credo sia anche pericoloso.
Dannoso per la stabilità socio-emotiva del Paese, deprecabile per la solidarietà all'interno delle genti d'Europa e pericoloso per tutta l'umanità.
Il vecchio spettro dell'odio e della violenza, dell'ignoranza e della superstizione, si fa largo l'antisemitismo.
Una piaga ancora non del tutto rimarginata del XX secolo, un morbo contagioso, un'incredibile riproposizione di riti e di argomenti che tante volte la cultura del secondo Novecento e grandi nomi dell'europeismo di quegli anni hanno provato per falsi e bugiardi.
Questo Dieudonne, allora, si configura come un personaggio ignorante, se ignora l'origine dei suoi antenati, se ignora che i suoi avranno (probabilmente) sofferto i razzisti (e l'antisemitismo ne è solo un'altra versione), se ignora che quello che sta facendo è un errore che induce all'errore tanta gente e che provoca odio razziale e fomenta venti di guerra civile.
Pericoloso, inoltre, che giocatori di calcio noti (anch'essi uomini di colore) abbiano celebrato il comico. Pericoloso almeno come quei meridionali che, andando al Nord, dimenticano o denigrano la loro patria d'origine.
Le battute negazioniste di Dieudonne, il negazionismo dell'ex presidente Ahamadinejad, il negazionismo di alcuni intellettuali è il nuovo assalto degli ignoranti.
Non si tratta di lasciare la storia come è stata scritta ed è anche vero che la storia la scrivono i vincitori ed è anche vero che gli Inglesi, durante la Seconda Guerra Mondiale, discriminavano i disabili così come nei civilissimi Stati Uniti, (pseudo)liberatori dell'Europa, c'erano il Ku Klus Klan, così non è possibile che ancora oggi questa ignoranza ci assalti.
Dobbiamo reagire. Con la pietà cristiana e con la cultura europea che sono le nostre eredità più grandi. Per fare capire allo stesso Dieudonne che sta sbagliando!
E celebrare, invece, la Giornata della Memoria. Non stancarci mai di ricordare questo incubo. Perché non torni. Mai più.
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Pure, se permettete, il gesto di Dieudonne, la quenelle, che sarebbe un gesto nazista camuffato, è un gesto illegale.
Spiego il perché.
Io vengo da una terra che accoglie da decenni diversi uomini di diverse etnie, soprattutto di origine africana. Non so e non credo che Dieudonne sia mai stato a Foggia, ma a Foggia il gesto della quenelle esisteva già molto prima della quenelle.
A Foggia mentre stendi la mano e appoggi le dita dell'altra a tre quarti del braccio teso, si chiama il gesto del tangone.
Il tangone, u tangone, ha un significato indicibile o meglio si riferirebbe a quello che un grande artista come Belli chiamava Sor Grostino.
Quindi, io penso, il Comune di Foggia, come tutti i comuni d'Italia in forte necessità monetaria, io penso che potrebbe citare per plagio questo comico chiedendo i danni.
Quel gesto tu lo puoi pure chiamare quenelle ma è u tangone che, nelle espressioni, mo' te dache u tangone, u' vuje u tangone, mo' te mengh u tangone 'nbacc!, ha allegrato l'adolescenza di molti di noi che adesso la crisi economica ha sparso per l'Italia e l'Europa.
Allora, sconfiggiamo l'odio e l'antisemitismo con l'ironia, la cultura e la voglia di vivere. E, principalmente, rivolgendo u tangone a chi, in Italia, non fa il suo dovere (e ce n'è! ahinoi!).
:-)