Il fatto che si giochi con la pelle e sulla vita di migliaia di migliaia di innocenti (forse milioni) è il crimine più orrendo di questa sceneggiata da salotto.
La Siria deve tornare in pace, lo deve a sé stessa, lo deve al mondo, lo deve alla pace. Purtroppo, se molti Paesi che fanno affari con la Siria poi le si scagliano contro, siamo al solito gioco ipocrita del capitalismo. Far guerra ai propri fucili per avere nuovi fucili da vendere.
Queste mie parole, note a tutti coloro abbiano intelligenza e siano onesti (senza avere bandiere e simboli da proteggere), sono tornate oggi di attualità perché proferite da una persona potente, che non stimo ma che in questa occasione si è, diciamo, lasciata andare.
Gli attentati del 13 Novembre a Parigi non sono né le guerre prenovecentesche né le novecentesche né l'attacco a Charlie Hebdo.
Sono qualcosa di assolutamente simile a ogni attentato della storia e al tempo stesso straordinariamente nuovo.
Innanzitutto è stata una tragedia: per il gran numero di vittime, per l'innocenza, il candore, l'allarmante normalità delle persone che hanno perso la vita.
Una tragedia per l'intera umanità.
Poi sono stati terrorismo non come negli anni di piombo, ma terrorismo in cui elementi razziali, politici, sociologici, culturali e soprattutto religiosi formano un coacervo pericoloso di elementi.
Fatto nuovo è l'organizzazione capillare all'interno della città, la partecipazione di persone di origine araba ma europei di seconda generazione, la viltà usata nel colpire gente inerme.
Qualcuno insinua che quegli attentati puzzano di petrolio.
Si sta parlando di una regione, quella mediorientale, per la quale sino a duecento anni fa non avrebbero ammazzato una mosca e che invece si rivela come una delle più importanti per gli assetti geopolitici planetari.
Ma tutto questo cosa c'entra con le povere persone che assistevano al concerto o bevevano una pinta guardando la partita? Proprio nulla!
Così tanta è la distanza tra oscura e sordida politica (occidentale - europea - araba - statunitense - russa ecc...) con la povera gente e la sua vita tiepida e tranquilla, rilassata all'ombra dei miti del calcio e della libertà.
Ombre di mito, appunto, per quanto facciano parte di una modernità che si basa su piedi di argilla, al pari del Veglio di Creta di Dante.
L'Europa, la Francia e l'Italia hanno da tempo abbandonato il Cristianesimo.
Questa abiura ha causa nel Vaticano e nella consorteria pretesca, negli scandali sessuali, finanziari, ecc... nell'avere avuto e avere un consesso di lupi a dirigere una Chiesa sempre più predatrice.
Quindi il benessere e il capitalismo hanno dato impulso ad una emancipazione sociale e morale delle persone che hanno convenuto che Dio non esiste, men che meno la storiella dei Vangeli sia vera.
Il colpo di grazia, quello più sottile e pesante, l'ha dato il potere.
Se prima, con il Vaticano a dirigere la politica italiana, si era in un Paese bigotto, gretto, corrotto e violento, oggi si è in quello stesso Paese, simile a prima, diverso per logica e per sentimento.
Prima si rubava, nonostante la punizione di Dio, oggi si ruba proprio perché Dio non esiste.
Questo Dio, dunque, è stato uno spauracchio per millenni. Poi l'intelligenza super dell'uomo del Terzo Millennio ha spazzato via questa pericolosa fobia.
Questa, in sintesi, l'evoluzione del pensiero occidentale.
Adesso la mia opinione: io sono credente, credo che Gesù sia il Figlio di Dio, la Verità.
Verità di cosa? Di come vivere la vita e dove ambire arrivare.
Pace universale, giustizia universale, amore universale, perdono universale, conversione universale.
Dire Cristianesimo sarebbe dire universalità!
Ora, se io dicessi cosa penso della maggioranza dei consacrati che ho incontrato, se io dicessi dell'intelligenza di gran parte degli Italiani ho conosciuto (anche gente con tanto di titoli, eh!), parlerei per ore di gente ipocrita e sciocca.
Pure se oggi uno entra in una chiesa la trova deserta o, se vi trova un rosario, preferisce uscirne subito, tanto il Cristianesimo è diventata consuetudine stanca e a volte falsa.
I casi di accusa al Cristianesimo, in Europa come in Italia, sono oramai fatti incontestabili.
Sorta, questa cristianofobia, è oggi un'intolleranza profonda e astiosa in un mondo laico che professa tolleranza per tutti.
Il presente, il Natale, la Pasqua, la croce, il crocifisso. Tutto ciò che riguarda Cristo viene attaccato.
Il Vaticano ci lucra, comunque. La Chiesa è gestita spesso da uomini bassi oppure onesti ma poco incisivi.
Il messaggio cristiano fluttua in un naufragio tremendo alla mercé delle onde del mercato.
I valori del mondo laico di oggi sono il benessere (lo status symbol), la carnalità (se non hai un'amante sei uno sfigato), una tolleranza parziale, una libertà che è libertarismo o anarchia.
Avere perso il Cristianesimo, fermo l'assunto che ognuno è libero di credere ma non di offendere chi crede e non senza informarsi di quello in cui si dovrebbe credere, avere perso il Cristianesimo è la più grande sconfitta da duemila anni a questa parte per l'Europa.
Oggi non sappiamo chi siamo, perché guardiamo alla nostra storia con spirito beffardo e ironico, senza rispetto, senza studio.
Se non si studia più il Cristianesimo, annegato nelle forme e nelle parole del cardinalato e dell'episcopato, si sta cominciando a studiare, però, l'Islamismo.
Cosa saggia. Come faccio a dire che l'Islamismo è una religione violenta se non la studio?
Se si studiasse il Corano si scoprirebbero:
- la soprendente continuità del profeta Maometto con i profeti dell'Antico Testamento e con Gesù di Nazareth;
- l'accusa circostanziata da Maometto contro gli Ebrei di avere tradito l'alleanza con Allah e una certa simpatia per i Cristiani;
- i messaggi guerrieri presenti nel Libro, dato che Maometto combatté la guerra santa dal 628 al 630;
Se si studiasse la riforma religiosa intrapresa da Maometto, quattordici secoli or sono, si saprebbe che fu lui a far conoscere alla società tribale dell'Arabia del VII secolo, il valore della fede in un unico Dio.
Altra cosa è l'interpretazione dei testi sacri.
Se oggi c'è un'interpretazione radicale di testi come la Bibbia, il Vangelo e il Corano lo si deve a chi, per approfittamento, per ragioni personali, spinge altri (in genere più ignoranti) a vedere in quei testi cose che egli dice di vedere.
Dalla lettura distorta del testo sacro, nascono l'ignoranza fatta fanatismo e il martirio dell'odio, le bombe e i terroristi.
La risposta è un sincretismo tollerante e unico delle tre grandi religioni, che può rinascere solo nel territorio e nel contesto europeo. L'ateismo è legittimo e ha lo stesso spazio sacro delle religioni ma non deve prevaricare lo spazio di quelle. Le organizzazioni, tipo Vaticano, andrebbero ristrutturate. Quel potere andrebbe diviso. La soluzione sarebbe il ristabilimento delle Sette Chiese primitive.
Solo così si potranno evitare lo scoppio improvviso del panico e l'islamofobia.
Perché lo Stato Islamico attacca prima di tutto la rispettabilità che migliaia di persone originarie del mondo arabo hanno guadagnato con il lavoro onesto e l'onestà di spirito in tanti anni di provata integrazione.
Lo Stato Islamico è quel fanatismo del cuore che continua anche in alcuni stranieri che oggi vivono in Europa ed in Italia.
Questa è gente indottrinata, senza intelligenza propria, a cui è stato detto di credere e specificato in cosa credere e come.
E se lo Stato Islamico recluta occidentali o le seconde generazioni europee di correligiosi, vuol dire che i nostri modelli di integrazione non hanno funzionato efficacemente.
La risposta culturale è molto più profonda, in questo momento storico, della risposta militare, immediata e rovinosa.
Tutti stanno additando al modello errato degli Usa dopo l'enorme strage del 2001.
Quel mondo che iniziava a mischiarsi aveva i suoi poteri che ritornavano a combattersi.
Per una società multietnica, multiculturale e multirazziale, non c'era una spinta per una vera e sincera società multireligiosa.
E così si ha l'Isis, la cui così rapida espansione, in un mondo così schematico, ha dell'incredibile. O dell'ipocrita.
Con quattro jeep e quattro kalashinikov hanno conquistato due terzi di Siria, il nord Iraq, parte del Kurdistan, insidiando persino l'Iran?
Torniamo alle prime cose che stavo dicendo e alla menzogna di cui l'Europa è sempre stata capace. Oggi più che ieri.

Quel che mi auguro è, naturalmente,
- un mondo senza stragi drammatiche come quello del Torri Gemelle o del Bataclan;
- un mondo che recuperi il valore eterno e divino del Cristianesimo, almeno in alcuni generosi alla maniera di Francesco (e non dei Francescani) ripari la casa di un Dio che ha un messaggio di vita essenziale da affidarci;
- un mondo in cui atei, cristiani, ebrei e musulmani, in nome della coscienza personale, di Cristo, di Jahvé e di Allah, predichino e pratichino il rispetto (e l'amore) universale!
A quel mondo, scrivo.
Ciao, Vito!!!