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Home POETI Umberto Saba e la poesia di una volta

Umberto Saba e la poesia di una volta


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Umberto Poli, noto con lo pseudonimo di Umberto Saba è nato a Trieste il 9 Marzo 1883 e morto a Gorizia il 25 Agosto 1957.

Le sue origini ebraiche e la sua "italianità" saranno coincidenti tratti distintivi di un carattere per altro schivo, riservato, che si levava a socialità e storicità nella scrittura ma che nella vita privata lo vedeva ramingo, nei suoi luoghi più amati, a pensare e scriverne.

 

Umberto Saba è stato un poeta del primo Novecento, di un'età di crisi sociale e morale, di sperimentazione, di avanguardismo, di dannunzianesimo.

Pure, egli ha sempre sentito di essere diverso dalla cultura dominante, dalla sensibilità che condurrà alla poesia patriottica vacua e retorica.

La sua musa, invece, nata nel periodo della guerra, quasi per gioco o per distrarsi dalla tanta violenza e come conforto alla paura, è stata un'introspezione tra il recondito dell'anima, un canto lirico sorto dalla lettura intensa dei classici, una voce della tradizione che risgorgava in lui carica di significati moderni ma con un cinguettio di ogni tempo.

 

La sua produzione poetica è stata radunata tutta sotto un unico inconfondibile titolo: Il Canzoniere. Evidente richiamo al Petrarca, è una lunga escursione nel suo intimo, nella sua biografia. Vi sono sonetti, canzoni, persino haiku, alla maniera di Ungaretti (metro della lirica giapponese che in quel periodo veniva importato in Italia).

 

Il Canzoniere è diviso in più sezioni:

Poesie dell'adolescenza e giovanili (1900- 1907),

Versi militari (1908), Casa e campagna (1909-1910),

Trieste e una donna (1910-1912), La serena disperazione (1913-1915),

Poesie scritte durante la guerra,

Tre poesie fuori luogo,

Cose leggere e vaganti (1920),

L'amorosa spina (1920)

Preludio e canzonette (1922-1923)

Autobiografia (1924)

I prigioni (1924)

Fanciulle (1925)

Cuor morituro (1925- 1930)

L'uomo (1928)

Preludio e fughe (1928- 1929)

Il piccolo Berto (1929 - 1931)

Parole (1933-1934)

Ultime cose (1935- 1943)

1944

Varie

Mediterranee (1945-1946)

Epigrafe (1947- 1948)

Uccelli (1948)

Quasi un racconto (1951)

Sei poesie della vecchiaia (1953 - 1954)

 

Il Canzoniere, dunque, abbraccia tutta la vita, il periodo di composizione di 54 anni.

I contenuti sono amorosi, "triestini", di riflessione prima sulla guerra mondiale e poi sul fascismo, quindi sul destino del mondo, quindi di vari argomenti vissuti sempre da Umberto, visti sempre come Umberto li vive.

Un diario dell'anima in rima, si richiama a Petrarca non tanto nel metro quanto nella chiara volontà di conoscersi e mostrare le prove della sua ricerca così da far conoscere gli altri attraverso sé stesso.

 

 

Poesie famose sono, almeno, A mia moglie, La capra, A mia figlia, Città vecchia, Caffé Tergeste, Favoletta alla mia bambina, Ulisse, Goal (de le Cinque poesie per il gioco del calcio), Teatro degli Artigianelli...

Nonostante abbia scritto poesie alquanto famose, linde, musicali, nel rispetto della tradizione italiana non è mai stato degnamente apprezzato. Forse per questa scelta controcorrente di seguire la tradizione.

Dice di sé in Vivevo allora a Firenze di avere incontrato D'Annunzio e Papini ma che né l'uno né l'altro lo hanno calcolato minimamente:

 

"Gabriele d'Annunzio alla Versiglia

vidi e conobbi; all'ospite fu assai

egli cortese, altro per me non fece.

 

A Giovanni Papini, alla famiglia

che fu poi della «Voce», io appena o mai

non piacqui. Ero fra lor di un'altra spece."

 


 

 

 

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Saba è romantico con la moglie (Lina), dolce con la figlia (Linuccia)! (A mia figlia, Nuovi versi a Lina...), ma è anche eroico nei versi a Trieste e limpido narratore di solitudine quando descrive tratti della città o personaggi incontrati (siano commilitoni, triestini o semplicemente altri uomini).