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Poesia rap - Vito Lorenzo Dioguardi


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POESIA RAP


Questa è poesia, anzi no è un rap

forse perché voglio porre fine a questo gap.

Ascoltami bene, la rosa è fiorita

siamo nell’Aprile dell’April della mia vita.

Quando da bambino io sognavo ancora

che il mondo avrebbe avrebbe avuto la sua ora.

La fame nel mondo, l’Aids, le guerre, il muro

che quand’è crollato, dai, il futuro è meno duro.

Giovanni Falcone, Paolo Borsellino

scrivevo i loro cuori nel mio cuore di bambino.

Anche Camp David, quella distensione

poi un colpo a Rabin e per Bill l’alta pressione.

Fine del millennio, tutti emozionati,

erano quegli anni molto, troppo spensierati.

Mi ricordo ancora la folla accalcata

per Madre Teresa quando in India se n'è andata.

La gente di Foggia, e del Meridione

solo omertà che neanche al tempo del Borbone.

Bastava una sfera, una squadra di calcio,

con le mie Panini  ci mettevo su un commercio.


Oh quanti ricordi, quanti anni, che vita,

sono oggi il frutto d’una storia mai finita.

Anche adesso sogno in continuazione

devo essere forse un difetto in produzione.


L’Università, per tutti c’è una carta,

come dice Totò il suo uso è una scoperta.

Poi trovi lavoro, ma lavoro presto

basta aspettare che si sblocchi un po’ il contesto.

Prima c’è il figlio di quell’avvocato

e certo il nipote del primario, va chiamato.

Tocca a me, per caso? Ma vai blaterando?,

il prete ha un amico che non so né come e quando.

Quindi l’assessore, il sindaco, il questore,

chi rimane fuori gli si macchia poi l’onore.



Oh quanti ricordi, quanti anni, che vita,

sono oggi il frutto d’una storia mai finita.

Anche adesso sogno in continuazione

devo essere forse un difetto in produzione.



Fai la tua valigia, vai via dalla Puglia

ma statti attento che nel mondo c’è chi imbroglia!

Dove vai, a Roma? A che fare, il bene?

Tanto ti ritrovo tra due mesi al Fatebene…

Meglio che il tuo treno salga ancora un poco,

tanto il Nord è già un deserto di fuoco.

A mille a mille stanno i tuoi connazionali,

Sapri, Reggio, Enna, Bari, Brindisi e i ciociari.


Oh quanti ricordi, quanti anni, che vita,

sono oggi il frutto d’una storia mai finita.

Anche adesso sogno in continuazione

devo essere forse un difetto in produzione.



Entra in una classe e buona fortuna,

ma sta attento sempre a chi c’ha storta la luna.

I ragazzi oggi sanno fumo e sesso,

che se a tredici anni non l’hai fatto sei omesso.

Out, sfigato, fine, chiuso, solo, triste,

nel futuro solo un bicchiere e due bariste.

O se vuoi prima un branch in tangenziale

il prezzo oggi è sceso e puoi anche contrattare.


Oh quanti ricordi, quanti anni, che vita,

sono oggi il frutto d’una storia mai finita.

Anche adesso sogno in continuazione

devo essere forse un difetto in produzione.


Anche la politica, nata già per fotte,

adesso s’è riempita di papponi e di mignotte.

Come posso fare, non sono capace,

di non desiderare il rifiorire della pace.

Oggi l’antifurto è proprio necessario

perché che t’han fottuto deve saperlo il circondario.

Circolare, prego, non è successo niente,

questa esclamazione è vigilata e deludente.

I poteri forti  deboli e depressi

se cinquant’anni a scuola han liberato molti oppressi.

Per cui, scambio equo, veline, tette e culi,

in meno di vent’anni tu vedrai se tornan muli.

E questa scommessa l’hanno vinta tutta,

non senti il cin cin sull’Aurelia, “come butta”.

“Bene, amico. Sono sempre in fallimento".

"Ti basta spostare un po' di coca nel cemento”.

 

Oh quanti ricordi, quanti anni, che vita,

sono oggi il frutto d’una storia mai finita.

Anche adesso sogno in continuazione

devo essere forse un difetto in produzione.


C’è chi s’arrende o per convenienza

o d’aspettare ha perso proprio la pazienza,

così preferisce aggregarsi al peggio,

coca, sesso, tunica, scioperi o greggio.

Io invece sono un perfetto sconosciuto

ma ho sempre lottato in quello che ho sempre creduto.

Per me c’è la pace, c’è la fratellanza,

cibo tra fratelli, divisione ed abbondanza.

Un mondo di diversi tutti uguali e insieme

questo sogno la mia poesia rap stretto si tiene.


Oh quanti ricordi, quanti anni, che vita,

sono oggi il frutto d’una storia mai finita.

Anche adesso sogno in continuazione

devo essere forse un difetto in produzione.



00:25– 17 Aprile 2015

Ultimo aggiornamento (Giovedì 16 Aprile 2015 22:26)