Il pane che doni - poesia
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IL PANE CHE DONI
Nelle estati roventi l’arista fluttò
al vento della mietitura
e al martirio della macina.
Nella mia infanzia la sua epica
arse e calamitò
ogni intrusione in cucina.
La sua anima volò
dal forno prossimo alle mie stanze
con sapore poetico.
Sulla mia tavola è ancora il principe
d’ogni cena e d’ogni pietanza
come altro non può.
Se frango il pane anch’io
come l’amico che poi ne mangiò
e da lì se ne metafora,
so che il pane che doni
l’amore lo moltiplica
e così sempre farò.
Ancora al nuovo Natale senza neve
cosa desiderare, chissà,
io so già cosa mi preoccupa:
che pace in terra e a tutti pane
buono e uguale sarà
per l’ora nascosta che la storia giudica.
Ogni giorno splenderà chi il pane predica.