Alcune mie poesie
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RICORDI DELL’ANIMA IN RIMA
Tra un candido cielo mariano
che stelleggia di notte, azzurreggia
nei vasti e deserti seminati, pastore
di greggi, patria di esuli, degli usignoli
nido; tra i ruggiti del mio passato
ti bei del solleone,
Foggia felice.
Se il caro mio rione e quel tempo,
anniluce lontano, ancora incitano
l’orgoglio delle estati tra i giugnoli
covoni e le fiere ariste o sotto
le pergolate uve per sapienza
degli abramitici Iapigi l’apulo suolo
suole suscitare, segno d’alleanza,
tu ben saprai per le mie tante rime,
dolce Foggia mia.
Dal ponto ai monti, delle vestigia sveve
qualche rudere terremoti, assedi,
il cinematografico bombardamento
della più crudele bellica viltà,
t’ha preservato il fato.
Da questi segni potresti immaginare
l’antica beltà e il provvisorio
tuo stato si lenirebbe,
Foggia mia epica.
Di tanti ragazzetti ch’avrai visto
al Cappellone, al Piano delle Fosse,
agli Archi, all’Epitaffio, forse
nessuno t’ha creduta quella peccatrice
che cambia vita, incontrando il Cristo.
Io così ti figuro nella mia mente,
docile, lavoratrice, saggia, patria
di miti e ampia imperatrice dei raccolti,
mia Foggia splendida.
Tua gente, la natura, i monumenti,
storica rassegna di gran giorni spenti,
sono i tuoi fiori nell’orto di Puglia.
Ché tutto il Creatore ha qui previsto,
di sole, d’aria, luce, acqua, bellezza,
liberi cieli di nuvolette andanti,
un aratro nel terreno e un pallone
in piazza. Il resto allegria di tramonti
e pace d’uno spirito cui la brezza
porta la millenaria notizia,
mia aramaica Foggia.