Un'altra volta,,,
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Fotografie del genere non necessitano di molte parole.
D'altronde nei miei libri non faccio che condannarle, le troppe parole del mondo occidentale, i tanti retori improvvisati che ciancano e cianciano rivoltando la frittata per avere ragione e consenso.
Davanti a queste scene bisognerebbe vergognarsi, come dice un Papa che a Lampedusa c'è andato, come dice un Papa che ha portato in sei mesi la Chiesa dal suo medioevo al fare presente e fare storia e fa ancora più evidenziare la pochezza della politica dello Stato italiano.
Che dire?
Che il traffico di migranti è in mano alla mafia, la soluzione sarebbe semplice ed è solo la volontà che manca. E a me fa tremare i polsi, il pensare che molte persone che fanno parte della politica italiana e del governo italiano possano essere complici di queste morti.
Possibile che un barlume di redenzione non bussi alla loro coscienza?
Il sogno di una terra
A |
lmeno morire con sotto la terra,
come nascemmo, con la brezza serotina
e la marea in canto, sulle spiagge
dell’Europa, terra mitica e stregata.
Morire che la fame ti mangia,
la sete divora, sotto la pelle
sentire il fremito dell’abbondanza italiana
e sapere di essere d’Africa…
Ci guardano come fossimo nemici,
l’unico male dei loro giorni, il peggiore,
mentre, chissà, questo cimitero
ondoso, questa tempesta, questo schianto
di anime, quest’odio superfluo che vige
a sempiterna necessità corrode
le nostre carcasse disumane e i nostri soliti
strepiti arabi e le nostre bocche storte.
Peschino uomini in luogo di pesci,
questo loro mare sarà una tomba
troppo asciutta d’amore per noi.
Quando sentono la nostra fame, mangiano,
quando sentono l’Odissea di barche rovesciate
stanno ritti sui loro divani persiani.
Ahi, quanto sono sfortunati:
quando verrà il Signore a chiedere loro
“Cosa hai fatto? Il sangue di tuo fratello
Grida a me!” cosa diranno?
Non ho sentito? Non è mio fratello?
Ogni morto accusa tutti i vivi della terra.
Sarà spietato vederli chiedere perdono tra le fiamme
della guerra. In fondo noi si voleva
asciugarci i panni per morire almeno
sotto un cielo più mite che quello di mare,
sopra una terra, almeno,
come nascemmo.
Ultimo aggiornamento (Giovedì 03 Ottobre 2013 21:30)