Pier Luigi Bersani ovvero il distruttore della Sinistra
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Italia 2013. Crisi economica, crisi etica e morale (assiologica) e crisi dei partiti.
Le elezioni del 24-25 Febbraio hanno segnato una svolta che molti ancora stentano a capire.
Tra questi Bersani.
Prima delle elezioni, superfavorito, già pensava di elargire questa o quella poltrona.
La campagna elettorale è stata indecente, indegna, quasi sacrilega rispetto a quello che dovrebbe essere l'alta missione di presentazione all'elettorato (populismo, ignoranza del popolo, giornalismo di tipo "legione che proclama imperatore il proprio generale).
Dopo la sonora sconfitta, il recupero dell'avversario (che non ha vinto perché Monti gli ha tolto parte di voti) e l'eccezionnale risultato del Movimento, Bersani, se fosse stato una persona non dico giusta ma equilibrata, avrebbe tratto delle serie conclusioni.
Invece, per molte settimane cerca di sedurre il Movimento, in prima istanza propone due nomi (Franceschini e Finocchiaro) come presidenti delle Camere che non verranno accettati (e si ripiegherà su Boldrini Grasso), prima dice chiaramente "mai con Berlusconi", "siamo diversi" eccetera e poi questo è il risultato (vedere foto sopra).
Tutto ciò perché? Per avere qualche voto di pietà per governare? "Governo di minoranza", "governo di non sfiducia", sono molti i giornalisti e gli intellettuali che stanno accusando un certo dialettalismo politico che gioca su formule retoriche che oramai il Paese rigetta.
Per quanto vivrebbe un siffatto governo? Poco! E perché dovrebbe costituirsi? Per le vaghe, vaghissime promesse di fare una legge elettorale diversa, dimezzare i parlamentari e quelle cose che, sentite profondamente dal popolo, sono portate avanti dal Movimento (e adesso caldeggiate improvvisamente anche a Destra).
Ad oggi sappiamo solo, invece, che Bersani ha distrutto la Sinistra. L'ha distrutta definitivamente.
Le resistenze più forte al suo modo di fare politica, all'abbraccio con Alfano e il Pdl, le resistenze a concordare un Presidente della Repubblica che stia bene a tutti (e che quindi non sia già solo per questo un buon Presidente! perché lo "stare bene a t." in Italia vuole dire firmare ogni cosa), quelle resistenze all'inizio non più che emozionali dichiarazioni fuorionda, da molti mesi hanno un nome, Matteo Renzi.
Il sindaco di Firenze, sconfitto alle primarie ma astro nascente della politica di Sinistra, di una Sinistra nuova, è chiaramente il più vicino a diventare il prossimo segretario del partito. Sempre che il partito resti unito.
Perché alla notizia degli accordi Bersani-Berlusconi c'è gente che brucia le tessere Pd in piazza, che rumoreggia, che manifesta. E per quanto siano solo singoli casi, è preoccupante.
Eppure, se questo atteggiamento sta sgonfiando il Pd, perché il suo segretario si comporta così?
Esempi la storia ce ne propone. Questo suo modo ricorda il notorio "trasformismo" di De Pretis e il lassismo che la politica della Prima Repubblica aveva istituzionalizzato, aveva sistematizzato.
Che ci sia povertà (prima culturale e poi economica), disoccupazione (soprattutto giovanile), casi di tragedie quotidiane, aumento del debito pubblico, chiusura delle fabbriche e insolvenza dei privati, non rispetto delle leggi dello Stato (da parte di tutti, a partire dallo Stato medesimo), corruzione, "anarchia politica", questo pare non scalfire né Berlusconi né Monti né tanto meno Bersani.
Se non si entra nella prospettiva che chi governa sta bene comunque, non si potrà mai capire il popolo e quello che prova in questi momenti.
Facendo così Bersani condanna il proprio partito e l'Italia a stagioni molto infelici, ma non lascia la poltrona. Condanna il Pd a vedersi dimezzato il numero di consensi, è questo solo per amor proprio.
Ricicla gente in altre vesti, ma un ladro che sorride è sempre un ladro!
Se si considera che, dopo le elezioni di un Presidente della Repubblica che significherà o un accomodamento dei partiti tradizionali o una "riforma" dettata dal vento dell' "antipolitica" (almeno cosiddetta), le elezioni prossime sono comunque vicine, Bersani non so se resisterà come segretario e, lo faccia o meno, sarà il responsabile primo, non davanti ad una morale che ha dimostrato in più occasioni di non avere ma davanti al tribunale della Storia, sarà ricordato come il responsabile primo di questo inabissamento etico-morale di una tradizione di Sinistra che in uomini come Salvemini, Turati, Gramsci, i Rosselli, Berlinguer, fu altamente rappresentativa del progetto di progresso umano e civile del popolo italiano verso condizioni di assennnato coinvolgimento politico delle genti e laborioso e alacre impegno presente per il futuro.
Ora che questo segretario di partito così "tipico" sta sradicando i grandi esempi della sua stessa storia, non rimarranno superstiti. Non lui, che si siede o no a presiedere un governino. Non il suo partito o quello che ne resterà.