Preghiere principali del Cristianesimo: il Padre Nostro e il Credo
Share |
Nonostante Gesù ci abbia insegnato che prima di pregare bisogna agire e compiere azioni degne di fede, anche il dialogo con Dio Padre, nel segreto della preghiera, è un esercizio di Spirito che aiuta a comprendere le ragioni del seguire Gesù.
Tantissime sarebbero le preghiere del cristiano, ma io voglio parlare di due in particolare perché:
a) sono le più importanti;
b) la prima riporta una preghiera diretta di Cristo a Dio Padre, la seconda è una serie di "formule" che i cristiani del IV secolo hanno sintetizzato e approvato, quasi una summa degli studi teologici sulla figura e l'opera di Gesù Cristo.
La prima preghiera del Cristiano è, naturalmente, quella che Gesù stesso ci ha insegnato, il Padre Nostro.
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo Nome,
venga il tuo Regno,
sia fatta la tua Volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal Male.
PRIMA PARTE: GLORIFICAZIONE DI DIO.
PARS THEOLOGICA
Padre nostro che sei nei cieli,
- "Nostro", il Signore è di tutti!
- "Nei cieli", in tutti i Vangeli, Gesù parla sempre "dei cieli", del "Regno dei cieli". (Nel solo Vangelo di Matteo, ad es. in 11:11 - 18:1) Non del cielo. Perché il plurale? Straordinario!
In Genesi 1:1 si parla, invece, di cielo:
ἐν ἀρχῇ ἐποίησεν ὁ θεὸς τὸν οὐρανὸν καὶ τὴν γῆν (In principio creò Dio il cielo e la Terra...).
Questa novità filologica di Gesù ha una portata straordinaria.
Per usare sempre le sue parole,
εἰ τὰ ἐπίγεια εἶπον ὑμῖν καὶ οὐ πιστεύετε, πῶς ἐὰν εἴπω ὑμῖν τὰ ἐπουράνια πιστεύσετε; (Gv 3:12)
(Se cose terrene ho detto a voi e non credete, come se dirò a voi cose celesti credereste?)
sia santificato il Tuo nome
- L'Ebraismo aveva per precetto il "ricordati del giorno di sabato per santificarlo (Es. 20,8); Gesù chiede di santificare non il sabato, ma il nome di Dio! Per questo si dice padrone del sabato (Mt 12,8) e per questo bada più alla sostanza della fede (Mt 5, 23-24) che all'apparenza o alla paganità della fede (idolatrizzazione del giorno in sé ecc.);
venga il tuo Regno,
- Il Regno di Dio è vicino, aveva detto. Dire dunque "Venga il Tuo Regno" è l'adesione alla santità, a far parte del progetto di Dio;
sia fatta la tua Volontà
- Parola enorme che il cristiano afferma: di pensare secondo Dio e non secondo gli uomini. Quando sarà nel Getsemani, Gesù ripeterà questa frase nelle ultime preghiere al Padre: (Mt 26:39)
come in cielo così in terra.
ἐλθέτω ἡ βασιλεία σου, γενηθήτω τὸ θέλημά σου, ὡς ἐν οὐρανῷ καὶ ἐπὶ γῆς· (accada il Tuo potere, sia fatta la Tua Volontà, come nel cielo così in terra).
- Si nota l'uguaglianza del Potere e della Volontà di Dio. La stessa in cielo e in terra!
- Si nota che Gesù dice "in cielo" - questa volta al singolare. Con Ourano i greci (gli antichi) intendevano la volta del cielo visibile. Quando in precendenza Gesù ha detto "Padre Nostro che sei nei cieli..." ha posto Dio nella parte più somma dei cieli, una parte invisibile ad occhio nudo. Questa differenza sostanziale pone il Potere e la Volontà di Dio nella parte visibile (scientifica, fisica della terra e dell'universo conosciuto, ma parte da una regione/ragione teologica, metafisica).
SECONDA PARTE: Preghiera del quotidiano
PARS HUMANA
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
- Il Pane, come alimento del corpo, ma anche il pane come nutrimento dell'anima; Il Pane, simbolo del Cristo, simbolo di lavoro, simbolo anche di pace (se si semina e si raccoglie, vuol dire che non ci sono invasioni...); non è il lavoro umano, non è la volontà umana sola a dare il "pane" (Pane di vita!), ma Dio! (Mt 20, 1-16)
- Gesù dice "il nostro", cioè ad ognuno il suo a seconda della partecipazione di ognuna. Il Pane di Vita è offerto a tutti, viene necessariamente da Dio (è un dono), ma l'uomo deve impegnarsi personalmente, mettersi in gioco;
- Il testo greco del Padre Nostro (e quello latino) riportano i termini epousion (e supersustanzialem). Dacci oggi il nostro pane supersostanziale, oltre la sostanza, oltre il cibo, oltre il pane di grano, oltre la materialità, equivale a dire dacci oggi la comunione d'anima con Te, Padre, nutri la nostra anima di un pane che non deperisce e che sempre ci rallegra.
e rimetti a noi i nostri debiti
- IL SOGGETTO è SEMPRE IL PADRE NOSTRO Gesù chiede a Dio di rimettere i debiti. Molte sue parabole parlavano di questo aspetto, molto presente nel popolo-banchiere di Israele; (Lc 7-41,42)
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
- Sempre una parabola che ci spiega il Regno dei cieli, il Regno di Dio (Mt 18, 23- 35), ci spiega che noi abbiamo da Dio la remissione dei debiti (i peccati) solo se anche noi, attivamente, li rimettiamo. Ora, questo passo del Padre Nostro e del Cristianesimo, mi sembra un po' abusato: si viene a consolidare nella tradizione e presso il popolino la "vulgata", "chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdammece 'o ppassateo, simmo 'e Napule paisa...". Io credo piuttosto che come siamo stato giustificati, dobbiamo giustificare, come siamo stati salvati, dobbiamo salvare, ma nelle "remissione" dei peccati, cioè nel proposito di non peccare più. Sarebbe facile dire, "ho peccato, Dio è buono e mi salva e il male che ho fatto ce ne dimentichiamo...". Sarebbe facile e annullerebbe la venuta del Figlio di Dio e la Volontà di Dio e la nostra vita stessa. Invece la remissione dei debiti è sempre possibile, per tutti, ma a prezzo di PENTIMENTO- PERDONO- RITORNO AD UNA VITA FILIALE. Così, per esempio in Lc 7,44-50 o in Gv 8-1,11
e non ci indurre in tentazione,
- καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν, ἀλλὰ ῥῦσαι ἡμᾶς ἀπὸ τοῦ πονηροῦ. (e non condurci nella tentazione, ma liberaci dal Male). Passo che ha fatto molto discutere per l'idea che Dio conduca nella tentazione. Anzitutto c'è da dire che si percepisce che Dio conduca l'uomo alla tentazione ma allo stesso tempo lo liberi. Dio è dunque liberatore.
Facciamo dunque chiarezza: Gesù non dice - "non tentarci ma liberaci dal Male". Se avesse detto queste parole, allora avrebbe ragione chi dice che in questo passo del Padre Nostro Gesù (e il Cristiano che recita la preghiera) crede che Dio tenti. Invece Gesù dice - "non condurci alla tentazione ma liberaci dal Male".
Perché Dio dovrebbe condurre alla tentazione? C'è qui una rapida ma efficace esegesi di quel grandissimo problema morale che è l'appparente abbandono del giusto da parte di Dio.
Ricordo che Gesù fu tentato, all'inizio del Suo ministero; ricordo che Giobbe fu tentato. Dunque, Dio Padre concede che l'uomo si conduca al Male (magari credendo egli di essere sulla strada di Dio).
Perché, per provarne la fede, indubbiamente.
Gesù, tentato dal Tentatore con la citazione di passi biblici, risponde con passi biblici; tentato da Farisei e Sadducei, Anziani e Scribi con passi biblici o interpretazioni della Bibbia, risponde con altri passi o con nuove interpretazioni;
Giobbe, dopo la grande tentazione, dopo avere vagliato la grandezza o piccolezza morale dei suoi amici (consolatori) trova ragione solo in Dio. Si vede la fine, ma non la si valuta mai con dovuto rispetto. Giobbe, quando ricomincia la propria vita in Dio, una seconda volta, ha più di prima, in beni materiali ma soprattutto in fede profonda.
Dio non ci conduce al Male ma alla tentazione, alla prova della nostra fede, sì. Una sorta di esame della coscienza, una sorta di verifica.
Se sono ladro, per un po' non rubo, ma poi uno davanti a me lascia la macchina accesa e le chiavi attaccate... mannaggia... quasi quasi...
Sei beato o dannato?
Questa della tentazione è una scelta più umana che divina. Come il Pane viene dal Padre, così la scelta di aderire o meno ad una tentazione compete all'uomo. Dio dispone la tentazione come una verifica. Questo sì, ma Dio è il POTERE in assoluto, può condannare, ma può anche salvare il peccatore più incallito (l'adultera, Zaccheo, Pietro, Natanaele ecc...).
Tutti questi personaggi, tentati, si sono lasciati sedurre dalle tentazioni, ma una volta incontrata la Verità di Gesù di Nazareth, di Gesù Cristo Nostro Signore, cambieranno vita, sceglieranno la Via, la Verità e la Vita che conducono a Dio, al Regno dei Cieli.
ma liberaci dal Male.
- Sul fatto che Dio è liberatore, mi sono appena espresso, ma, come dice il Vangelo di Giovanni, potrebbero scriversi libri su libri;
- Sul fatto che Dio sia la vera libertà, questo è un fatto così scontato, nella storia del Cristianesimo occidentale, da essere il meno apprezzato di tutti;
AMEN!
La seconda è il Credo, che si recita a messa ogni settimana.
Questo Credo è la sintesi che i Padri della Chiesa hanno redatto al Concilio di Nicea, il primo Concilio della storia del Cristianesimo.
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente
Creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,
Unigenito Figlio di Dio,5
nato dal Padre prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce,
Dio vero da Dio vero,
generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;10
per mezzo di Lui tutte le cose
sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza
discese dal cielo,
e per opera dello Spirito Santo15
si è incarnato nel seno della Vergine Maria
e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
morì e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato,20
secondo le Scritture,
è salito al cielo, siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria
per giudicare i vivi e i morti,
e il suo regno non avrà fine.25
Credo nello Spirito Santo,
che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio
è adorato e glorificato,30
e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa,
una santa cattolica e apostolica.
Professo un solo Battesimo
per il perdono dei peccati.35
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà.
Amen.
Ultimo aggiornamento (Sabato 21 Dicembre 2013 10:35)