Analisi dei costi della politica italiana
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L'Italia è, come si sa, "una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Articolo 1 della Costituzione Italiana.
Cosa vuole dire Repubblica? Che l'obiettivo è il bene comune.
Cosa vuole dire Democrazia? Che lo strumento pratico per arrivare all'obiettivo del bene comune è la scelta comunitaria di propri rappresentanti che poi voteranno decisioni di interesse generale.
Cosa c'entra il lavoro? Rappresenta il riconoscimento che la dignità e la qualità della vita di ogni singolo cittadino deve dargli l'opportunità di accedere ad un lavoro onesto, giustamente retribuito e che esalti le qualità del singolo sempre per l'interesse generale.
A garantire che l'Italia si mantenga una giovane, forte e saggia "Repubblica democratica fondata sul lavoro" nasce la figura del rappresentante, che nel nostro ordinamento bicamerale si realizza nella figura del deputato e del senatore.
Il deputato è un cittadino tra i 25 e i 40 anni che raccoglie consensi (voti) per rappresentare una data parte numerica di cittadini.
Il senatore è un cittadino tra i 40 e i anni che raccoglie consensi (voti) ecc...
Perché il sistema bicamerale. Questo sistema è nata con il nascere della democrazia moderna, in Inghilterra, quando alla prima Camera, la Camera dei Lord, si affiancò più tardi la Camera dei Comuni. L'esigenza, in Inghilterra, era quella di rappresentare tutti e di avere un effetto di controllo di una camera sull'altra e viceversa.
Ora, in Italia questo sistema bicamerale nasce con l'Unità d'Italia, viene sospeso dal fascismo e torna (nel sistema repubblicano e democratico) con la Costituzione (1948).
Nel corso del tempo, a personaggi ambigui, mendaci e traditori, si sono affiancati personaggi illustri per benevolenza, senso dello Stato, generosità e passione politica autentica.
Ricordando questi ultimi si potrebbero citare per lo meno Garibaldi, Cairoli, Zanardelli, Giolitti, Matteotti e Gramsci, De Gasperi, Moro, Berlinguer...
Questi esempi, al di là di ogni personale inclinazione personale, credo che testimonino la grande importanza che la politica può avere, quando compie, aziona, mette in pratica, disciplina, esige da sé stessa. La stima che i contemporanei portarono per questi esempi è la lampante prova a nostro favore.
Tuttavia da sempre, ma maggiormente da trent'anni a questa parte, la politica in Italia è divenuta complotto, corruzione, ambiguità e attraverso un radicale cambiamento di pelle è passata ad essere pubblicità- dibattiti televisivi incoerenti, omogenei e vaghi- accuse personali - personalismo nei simboli ecc...
A questo si aggiunga il male che è la cattiva gestione del denaro pubblico.
Questo avviene per la cupidigia individuale, per l'insufficiente acculturazione del popolo (decisamente voluta) e per l'elevato spreco al quale ci si è sempre adeguati.
Se con la Dc e poi con il PSI io ho sentito dire da elettori dell'epoca che "mangiavano tutti", mangiavano i politici ma gli Italiani si arricchivano, così dobbiamo pensare di oggi, quando scandali a tutti i livelli deturpano e infangano la pratica politica.
Lo scandalo degli scandali è, per molti me compreso, l'indennità parlamentare.
Chi lavora per lo Stato, solitamente, percepisce lo stipendio; chi lavora per un privato il salario; i deputati e i senatori percepiscono questa indennità.
Ma cos'è? Chi l'ha prevista? Perché?
a) L'indennità parlamentare è un rimborso dovuto ai parlamentari per permettere ad ognuno di loro di organizzare la campagna politica e metterli in grado di realizzare quanto promesso ai cittadini. Con l'indennità il parlamentare si circonda di uno staff che lo aiuta a realizzare quanto proposto.
b) Il primo a concedere l'indennità parlamentare è stato Giovanni Giolitti. Dopo di che, nella Costituzione Italiana è stato predisposta dall'articolo 69.
c) Perché Giolitti fornì una copertura economica ad ogni parlamentare è presto detto: agli inizi del Novecento, quando ancora le donne non votavano e prima ancora del voto a suffragio universale maschile, chi veniva eletto al Parlamento erano generalmente nobili o benestanti.
Per fare in modo che anche molti borghesi che non potevano sostenere i costi di frequenti viaggi a Roma e in Italia, non potevano permettersi affitti nella Capitale e non disponevano di risorse personali per la campagna elettorale e per "fare" politica, allora Giolitti concesse l'indennità.
L'indennità, quindi, all'inizio, era un mezzo di inclusione sociale del parlamentare, che, nato non benestante, poteva comunque farsi eleggere e rappresentare la propria terra e i propri concittadini.
- Nel 1948 lo si fece per le stesse esigenze.
- Con la legge 1261 del 1965 si fissò un tetto massimo;
Oggi, tuttavia, che senso ha mantenere ancora l'INDENNITà PARLAMENTARE?
Quale eletto non ha i soldi per andare a Roma o qualche mezzo economico per la campagna elettorale?
Siamo poveri come agli inizi del Novecento? Siamo poveri come nel 1948?
L'INDENNITà PARLAMENTARE VA ABOLITA!
Il discorso non è che io non voglia pagare un buon politico, il buon politico meriterebbe anche 20.000 Euro al mese. Il problema è che si crea disuguaglianza sociale rispetto ai poveri lavoratori. Questa sperequazione di trattamento è frutto di avidità, invidia e nequizia morale, che inquina il sistema.
A decorrere dal 1 Gennaio 2012 il parlamentare percepisce un'indennità media di 5.000 euro al mese + 3.503,11 Euro per la diaria (il soggiorno a Roma) + rimborso spese per attività politica paria 3690 Euro +50% di rimborso per collaboratori e + 50% di rimborso spese per forfettario + 1.100 Euro al mese per trasporti (3300 Euro trimestrali) + 3098 Euro di spese di telefoniche + 526 Euro per assistenza sanitaria.
TOTALE SPESA PER OGNI PARLAMENTARE PER OGNI MESE: 13293 EURO FISSE + 50% spese attività e 50% spese forfettarie (ma cosa significherà mai "spese forfettarie?").
Versano ogni mese parte di tutto ciò in un fondo per ottenere la pensione.
Un deputato che è stato seduto a Montecitorio per 5 anni ha una pensione a partire dai 65 anni.
Invece se resta più anni in Parlamento, l'età della pensione si abbassa.
In un anno e senza contare i rimborsi del 50% delle spese attività e spese forfettarie, un deputato italiano costa al Paese ben 159.516 Euro!
159.516 EURO
COSTA UN DEPUTATO IN UN ANNO
IL PARLAMENTO ITALIANO è COMPOSTO DA 630 DEPUTATI!
(SENZA CONTARE I 315 SENATORI SIAMO AD UNA CIFRA ANNUA DI 100.495.080!)
LA CAMERA COSTA 100 MILIONI DI EURO!!!
Ma voi avete idea di quante strade, edifici, ponti, autostrade, asili, scuole, ospedali e altri ammennucoli sociali del genere si sarebbero potuti fare in questi anni di ladrocinio!!!
TRATTAMENTO ECONOMICO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
PARLAMENTO ITALIANO
DEPUTATI: 630
SENATORI: 315
SUPERFICIE ITALIA: 301.340 kmq
POPOLAZIONE ITALIA: 60 Milioni
In totale l'Italia ha 945 parlamentari
che servono una popolazione infinitamente più piccola dell'Europa e degli Stati Uniti.
PARLAMENTO EUROPEO
EURODEPUTATI: 754
SUPERFICIE EUROPA: 10.180.000 kmq
POPOLAZIONE EUROPA: 819 Milioni
CONGRESSO STATI UNITI:
CAMERA DEI RAPPRESENTANTI: 435
SENATORI; 100
TOTALE CONGRESSISTI: 535
SUPERFICIE STATI UNITI: 9.372.000 kmq
POPOLAZIONE STATI UNITI: 314 Milioni
Ultimo aggiornamento (Mercoledì 16 Gennaio 2013 10:30)