La guerra in Mali, i Francesi e la loro continua mondialità e l'inutilità triste e autoreferenziale degli Italiani
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Ogni volta che il mondo è in crisi, si fa guerra.
(E il mondo è sempre stato in crisi).
Se contiamo delle guerre in corso, quelle più importanti:
a) guerra in Afghanistan
b) tensione Palestina/Israele
c) guerra civile in Siria (ultimo atto- per ora - della Primavera araba)
Pure, oltre queste, l'intervento che la Francia sta realizzando in Mali (sua ex-colonia) ha del triste e dell'interessante allo stesso tempo:
A) La linea "interventista" francese continua. Dopo l'intervento in Libia da parte di Sarkozy, adesso anche il socialista Hollande usa la forza per risolvere il problema.
Il problema in questione è che i rivoltosi del Nord stavano marciando verso la capitale, Barnako.
B) La Francia TIENE molto alle sue ex colonie, per varie ragioni.
L'Africa è una risorsa. L'espansionismo continua.
Tuttavia, il valore bifronte della politica, se da un lato fa guadagnare influenza alla Francia, garantisce che non scoppi una nuova guerra civile in un Paese povero.
Domande:
Perché il Mali dovrebbe essere più fortunato della Nigeria, in cui da molti mesi vengono attaccati i Cristiani e le Chiese.
Perché ancora nel 2013 la Francia interviene da sola? Perché non partecipa con l'Europa? Perché l'Europa non interviene con i Francesi?
Soprattutto: perché l'Italia dorme? Sì, l'Italia è una mela bella fuori ma marcia dentro. Perché non ambisce ad un ruolo internazionale più vero, assieme all'Europa, perché questo nostro mondo cambi? Perché?