Elezioni politiche 24 e 25 Febbraio 2013 ovvero la dittatura delle maschere tristi
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"La dittatura delle maschere tristi" è l'unica definizione che mi viene in mente per definire questa ennesima campagna elettorale, al termine di una legislatura funesta prima e semitragica nell'epilogo.
Partiamo da un assunto. L'Italia era una monarchia, poi divenne un regime dittatoriale infine nacque la Repubblica con il referendum del 2 Giugno 1946.
La nostra Repubblica, però, è sempre stata anomala e la ragione è quella gramsciana della "troppa storia" del nostro Paese. Troppa storia vuol dire troppi poteri che si sono accavallati, combattuti, annientati e che sono sopravvissuti alla ruggine ed al tempo per restare semiclandestini nelle istituzioni, nella società (in)civile e nei modi di fare del nostro popolo.
Dunque, si può bene affermare che l'Italia è una finta Repubblica e che non solo non è affatto libera ma è completamente asservita ad alcuni poteri forti.
La nostra riflessione, a questo punto, deve inspessirsi. Se libertà vuol dire bestemmiare il nome di un politico in pubblica piazza o comprare un dato prodotto, allora siamo di fronte ad un inganno.
Libertà è avere la possibilità lecita, civile e moralmente corretta di esprimere la propria volontà ed il proprio essere all'interno della società in cui si opera.
Concepito così il livello ideologico, passiamo agli esempi pratici (e recenti) della politica italiana.
Le caratteristiche della nostra politica sono:
A) la corruzione morale e materiale;
B) l'individualismo;
C) l'assenteismo, l'incompetenza, il voto di scambio, i "pianisti";
D) la frammentarietà del panorama politico;
E) Livelli legislativi "archeologici" in alcuni settori e vacanza di leggi in altri, ciò che crea un vero bazar di provvedimenti gli uni escludenti gli altri; la mancata applicazione di quelle leggi che parrebbero più trasparenti;
F) la mancata prospettiva a medio-lungo termine, il ritardo tecnologico, l'involuzione nelle scelte di concorrenzialità dei nostri settori strategici;
Tutto questo è particolarmente e tristemente vero per il teatrino che questa ennesima e squallida campagna elettorale ci propone.
Vediamo i movimenti e i volti di questa campagna elettorale per capire di più e meglio.
Pieluigi Bersani - (1951) PD
Mario Monti (1943) - Lista civica con Monti per l'Italia
a cui si affiancano i giovani Casini (1955) e Fini (1952)
Silvio Berlusconi (1936) - Pdl
Beppe Grillo (1948) - Movimento 5 Stelle
Roberto Maroni (1955)
Antonio Di Pietro (1950)
Nichi Vendola (1958) - Sel
Elemento di novità, in questa campagna elettorale è sceso in campo autonomamente anche un avvocato come Antonio Ingroia (1959) - Rivoluzione civile.
Questi gli esponenti, diciamo, più noti. A questi dovrebbero aggiungersene molti altri, capimovimento inconsistenti, detentori di potere politico locale...
Si noti che il più vecchio è Berlusconi (1936) il più giovane proprio Ingroia (1955).
Allora, al di là della stima personale che si può avere per l'uno o per l'altro, siamo d'accordo che la maggior parte di questi sono personaggi
A) vecchi, all'anagrafe, nelle idee;
B) loschi; molti di loro avendo responsabilità politiche pluriventennali e rimanendo sempre lì, attaccati alla poltrona a raccontare le solite nenie imburrate come ad ogni passaggio elettorale;
Da queste considerazioni semplici ed immediate possiamo già aspettarci il finale tragico. L'Italia, chiunque di questi vincerà, non solo non cambierà sostanzialmente ma (se uscissero due o tre di questi) potrebbe addirittura peggiorare la propria posizione.
Allora, un giovane trentenne quale libertà ha di vedersi rappresentato da questa gente?
Nessuna.
Dicono, si candidino i giovani... (Renzi docet!, vincono sempre i vecchi).
E i cittadini italiani, allora, quale grado di libertà hanno, se poi si ritrovano sempre e solo questa gente tra cui scegliere?
Come dire: vuoi che ti strozzo, che ti impicco o che ti butto in mare? ITALIANO, SEI LIBERO! SCEGLI!!!
Ultimo aggiornamento (Lunedì 07 Gennaio 2013 15:04)