Alcuni versi in occasione di San Martino
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(SAN MARTINO)
Nel mese morto sta il legionario in
quiete se più rara è la pugna orribile.
Cavalca a squarcio della bruma in-
solito, verso un’urbe impietosibile.
Subito vede incontro a sé il din
din d’un obolo e un vecchio impresagibile.
Nudo, trema. In sfondo il tin tin
degli osti e il fumo d’una tegola godibile.
Egli, allora, estrae improvviso il gladio,
ghermisce la lanosa fine cappella,
recide e dà al mendico di che scaldarsi.
Era un sogno: poi venne uno stadio
d’angeli in festa e il Cristo lo esalta e la
volontà di farsi croce e al mondo liberarsi.
11 Novembre 2012
L’ESTATE DI SAN MARTINO
Oggi che piovve ogn’ora si rivoltò
il proverbio dell’estate dell’inverno.
Pare che attorno al giorno in cui voltò
il cuore a Dio Martino e il suo interno
si riempì di luce di Vangelo e sibilò
il fuoco dell’amore e del fraterno
vocabolo e a dolce vita si contemplò,
l’aria sia mite per pietà del Terno.
È molto caro, Martino, a quella storia
cristiana di santi, umile gente imitatrice,
che solerti vissero per seguire il fato.
Anche Martino ebbe la sua gloria
nella felice attesa dell’opera beatrice
che fa gli uomini degni del Creato.
11 Novembre 2012
Ultimo aggiornamento (Domenica 11 Novembre 2012 20:51)