Elezioni statunitensi 2012, un'analisi del voto
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Nottata elettorale palpitante. Meno sorprendente ma più tesa che quattro anni fa.
Le urne dicono Obama 303 grandi elettori- Romney 206.
Senato demacratico, Camera repubblicana.
Repubblicani in recupero, Obama perde stati come l'Indiana e quarantasei elettori rispetto alle scorse presidenziali, ma resta alla Casa Bianca.
Perché?
Non sono americano, ma immagino di esserlo. Avrei votanto anch'io per lui.
Se valutiamo i quattro anni di Obama, a suo pro depongono:
A) la rivoluzionaria riforma della sanità (che assiste milioni di malati da una parte all'altra degli oceani;
B) la svolta nella guerra in Afghanistan e il ritiro dall'Iraq (non voglio contare l'evento che lo ha rilanciato, l'uccisione di Bin Laden, perché, seppure un terrorista non è con le uccisioni che si cambia il mondo, né con la guerra ma con l'educazione e il coraggio di scelte giuste in un mondo che parla di compromessi un po' troppo spesso);
C) il rilancio di alcuni settori industriali (il troppo favolistico rilancio della Chrysler che si deve quasi più ad un manager cinico ma capace come l'italiano Marchionne che solo agli investimenti pubblici governativi);
D) lo schierarsi a favore della primavera araba e delle istanze di cambiamento in quei Paesi (Siria compresa) senza sparare un colpo, solo con la mediazione forte; (Penso che se avesse vinto Romney avrebbe scatenato qualche altra guerra nel mondo e comunque avrebbe provocato maggiore tensione nei rapporti internazionali!);
E) l'avere riavvicinato l'America al mondo dopo gli otto anni di dannosa presidenza texana (riavvicinamento anche altalenante a Russia, Cina, i viaggi diplomatici, il rilancio iconografico dell'America in Europa);
F) l'effetto più importante della sua elezione il 4 Novembre 2008, il percepimento dell'inizio di una nuova era, la prima presidenza di un afroamericano, il riscatto degli uomini neri dopo anni e anni di dolorose vessazioni e di incomprensibili soprusi in nome dei poteri forti; Obama ha rappresentato realmente l'American Dream e questa sua rielezione è nel solco della continuità: pare che l'America, nonostante un calo dei consensi dovuto necessariamente alle vicende legate alla crisi economica, si sia stretta attorno a questo sogno per continuare a lavorare bene secondo nuovi criteri ispiratori.
Questa seconda elezione di Obama, questa conferma, si lega al dato sensibile e politicamente rilevante che l'America ha voltato pagina, non vuole più la politica vecchia, quella dei falchi, quella che prevede guerra, violenza e deterrenza come armi psicologiche e non per influire sul mondo.
Altre vie e altre strade sono possibili, Obama, anche se in maniera a volte superficiale, l'ha dimostrato!
Ora bisogna lavorare di nuovo per la pace e per il progresso dei popoli, che non è solo mercato, non è solo benessere, non è solo "tutto è concesso".
Il voto americano, di un'America come sottolineano in molti, invertibilmente multirazziale, ha influito e influirà sul governo federale degli Stati Uniti e sul mondo.
L'Italia, molte volte insegnante, impari... :-)
Ultimo aggiornamento (Giovedì 22 Novembre 2012 10:39)