L'INGLORIOSA FINE DELLA DESTRA IN ITALIA E LO SPETTRO DELLA DEBOLEZZA DELLA SINISTRA
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Giorni convulsi, frenesie e agitazioni che ingannerebbero qualunque spettatore esterno, qualunque non italiano.
Un italiano, però, in questo è ben allenato!
L'indegno spettacolo del teatrino politico italiano, che fa ridere solo ultimamente la Merkel e Sarkozy, ma che delizia i fini palati italici da vent'anni, dimostra qualcosa di più patetico che non l'ipocrisia e l'immoralità attuali.
Dimostra che se Mussolini non fosse stato ucciso dai partigiani o non avesse fatto guerra, probabilmente avrebbe istaurato una dittatura ereditaria. Che i personaggi loschi di DC e PCI, gli anni di piombo, lo schifio della Prima Repubblica e della fine di Craxi, non ci hanno insegnato proprio niente. E come alunni che non studiano, gli Italiani sono ancora qui, oggi, a pregare che una certa categoria immorale censuri sé stessa. E se lo fa è solo per avere un prezzo maggiore, questo sia chiaro. Ché "interesse nazionale", "salvezza dello Stato", "patriottismo" e altre parole altisonanti simili, in questo Paese non sono mai stati di moda.
Così, pare, stiamo assistendo agli ultimi giorni di vita del governo/dittatura/monarchia di Silvio Berlusconi, un nome che ha prodotto un infamante marchio di discredito per il popolo italiano nei consessi europei.
Le sue amicizie influenti (non ultimo l'ex rais), l'impero economico, la seduzione dell'uomo d'affari brillante e spregiudicato, forse, hanno fatto il loro tempo.
E noi, che ci muoviamo tra le macerie di una nazione succube di un uomo e del suo partito di fantocci, che si sgretolerà molto presto, cosa possiamo noi fare? Noi, giovane generazione a cui niente è dato se non che ribellarci, alzare la voce, chiedere insistentemente rispetto per leggi che corrotti politici elaborano, vecchi e imbaccucati giudici sovvertono, ignobili avvocati distorcono...
Questa Italia è un sistema preberlusconiano e sarà postberlusconiano. Quest'Italia, la sua immoralità, la sua crudele povera culturale, sarà un retaggio per la generazione successiva, come lo è per la nostra.
E questo è particolarmente vero sapendo questo: dopo Berlusconi sarà peggio, all'inizio. Non c'è, nel panorama politico della nostra patria, un solo uomo che possa salvarsi. Non uno. E chi metteremo al suo posto? Chi?
Non parlo dei partitini, che dovrebbero essere spazzati via; né del Terzo polo o di partiti del momento e coalizioni della Domenica. No! Parlo del grande partito di opposizione.
Chi metteremo come capo del governo?
All'interno del partito le iniziative giovani, vedi Renzi, sono state bloccate. Vecchi burocrati appoggiano vecchi burocrati. E il perpetuarsi dell'errore e dell'orrore continua a procedere sempre più.
Dovremmo cambiare tutto. Rivoluzionare. Ed io conosco solo due tipi di rivoluzione: quella delle ghigliottine e quella dei libri.
Tolto che non sono per la violenza, cosa rimane? I libri? Questo è un discorso forse più sconcertante e deludente che il campo politico. Forse l'unico più deludente.
Speriamo, ché siamo abituati a farlo. Speriamo non che cada un governucolo o che vada al suo posto una rozza banda di iene, ma che passi l'inverno, che da questo secolare inverno della nostra amata Italia torni primavera.
E per tornare primavera devono tornare la passione politica, l'impegno civile, la giustizia e, soprattutto, la moralità che è la fede, religiosa e laica.
So di parlare invano, oggi, ma chi ha scritto, nei secoli, ha sempre convissuto ed accettato il rischio di non essere capito. Chi ha scritto, nei secoli, lo ha sempre fatto per il futuro.