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EDUCAZIONE


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Educare vuol dire "portare fuori". Nel 2011, con tutti questi mezzi elettronici, questa potenza illimitata tra le mani (e alla portata di tutti, ahimè), dovremmo riconsiderare il peso delle parole, specie delle parole della tradizione, delle parole greche e latine.

Educare, "portare fuori", vorrebbe dire estrarre dal terreno che ognuno di noi è le qualità migliori, quelle che daranno un raccolto, quelle che il singolo sfrutterà per favorire la collettività.

Nel 2011 la società umana ha necessità assoluta della collettività e dell'educazione. E questo è evidente per due fatti di cronaca: diversa collocazione geografica, inversione di termini, ma stesso problema, l'educazione.

Teramo, un uomo lascia in macchina, sotto il sole, la figlia di appena due anni. La lascia non per cinque minuti, il che sarebbe sbagliato, nè per dieci, il che varrebbe un rimprovero sonoro. No! La lascia per cinque ore! Cinque ore! La bambina è entrata in coma, lenta agonia ed è morta!

Ora, io dico: se c'è gente che non sa fare il genitore non lo faccia. Questo crimine orrendo cosa vuole dire? Che i genitori sono peggio dei figli!

America. Un bambino di dieci anni, sottolineo l'età, entra in camera del padre, il capo del partito neonazista statunitense, e gli spara all'orecchio, uccidendolo. Uccidendolo! Dieci anni e già assassino! Indole? Predestinazione? Cosa avrà visto questo bambino per essere arrivato a compiere questo gesto?

Ora, io dico: se ci sono ragazzini che, per l'esempio dei genitori, diventano peggio di qualunque criminale delinquente, vanno fermati. Tali pater qualis filius!

L'emergenza educativa, la chiamavano in molti, una volta. Ora, la scuola è un mercato, un magazzino, uno scarico merci; la società non è altro che l'azienda privata dei singoli, quelli più animaleschi che riescono a fare di tutto con la naturalezza di chi non abbia nulla da rimproverarsi.

Dove finirà questa società? Giustamente, crimini sempre ce ne sono stati, ma erano stigmatizzati. Perché quest'incindenza sociale di casi anomali che diventano normalità? Ed a scuola, non si trovano forse genitori peggiori dei figli, professori genitori peggiori dei figli, e potrei continuare...

Torniamo ai Greci ed ai Romani, alla filosofia pedagogica seria. Torniamo ad analizzare filosoficamente il nostro mondo! Sapremo certo di più e più consapevolmente ciò che ci interessa e che formerà le future generazioni: l'educazione, il trarre fuori le cose migliori, dissipando le peggiori. Perché le cose brutte tenute dentro diventano crimine e le cose belle tenute dentro marciscono. Educare, estrarre fuori fa dissipare le cose brutte alla luce della verità e rende dolcissime le cose buone, come un vino che, stappato, prendendo aria è pronto a mescita.

 

Ultimo aggiornamento (Lunedì 27 Giugno 2011 13:52)