Vito Lorenzo Dioguardi - Blog

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LA SCUOLA PUBBLICA ITALIANA

L'Italia è un Paese che le cose vanno così. O le accetti e le manipoli o le subisci.

La scorsa generazione, almeno, ci ha mostrato questo: che tutto può essere lecito per il proprio tornaconto personale.

Che sia di Destra, di Sinistra o di Centro, l'italiano bada prima a sé e poi, semmai, agli altri. E in questa teoria "privatistica" e "personalistica" (direi luterana) della vita, è racchiusa tutta l'immobilità storico-culturale della nostra amata nazione.

Un esempio clamoroso è la scuola: per decenni "feudo maior" della Sinistra, la parte politica di Socialisti e Comunisti ha arruolato professori non bravi e preparati ma disciplinati; si è macchiata di ogni genere di nepotismo. Si è ridotta ad essere soltanto la timida imitazione di ciò per cui è stata creata.

Ciò detto non si fa, in questa sede, un discorso onesto se si dicesse, "Colpa soltanto della Sinistra!".

Insegnanti cattolici, insegnati di destra ci sono stati e ci sono.

La questione è spinosa, è un problema di potere. In Italia tutto è un problema di potere e, per questo, per definizione squilibrato.

Ora, cosa succede ancora nel 2011.

Si diceva. Per anni feudo della Sinistra, per iscriversi a Lettere, fino a qualche anno fa, non era prevista selezione. Tutti vadano all'Università...

Dopo di che potevi insegnare con la laurea (che per gli anni '60 era ancora una meta degna di rispetto).

La Sinistra, però, per foraggiare amici e amicini, aveva istituito quelli che vanno sotto il nome di "Corsi Abilitanti". In sostanza, se lavoravi nella scuola da un anno, entravi a far parte della categoria abilitati, quella che, dopo che uno va in pensione, tocca a te!

Ora questi Corsi non esistono più.

La Sinistra bandiva anche concorsi.

Concorsi sempre strapieni e non sempre cristallini.

Va la destra, tolti anche quelli.

Allora oggi come funziona?

I docenti sono divisi in quelli di ruolo, quelli che hanno vinto un concorso (abilitati) (I fascia) e docenti senza abilitazione.

Ora ripartiranno, così sembra, un nuovo concorso e una nuova formazione, il TFA.

Questo vorrà dire che tutti quelli che stanno lavorando senza titolo si riverseranno l'un contro l'altro per questo concorso dai pochi posti e i tanti pretendenti.

Mah!

 

PERCHé LA FEDE IN DIO SPAVENTA...

Oggi, mentre scrivo, siamo nell'anno del Signore 2011, posso candidamente che il mondo laico, l'Italia laica, hanno sopravanzato nei fatti e nelle parole quello confessionale e che c'è, nel nostro tempo, una sorta di RAZZISMO FANATICO contro la fede religiosa cristiana, la fede religiosa in genere e i credenti.

In effetti i fedeli sono oggetto di scherno, sono vituperiati e derisi sotto tutti i punti di vista: un italiano che crede? Poverino, non ha logica, è un illuso, è un pauroso, è un pazzo...

Un musulmano che crede? Beh, ma quelli lì, in Arabia, sono tremila anni dietro di noi...

Insomma, oggi, nel 2011 dopo Cristo, l'imperativo è vivere allegramente, ognuno per sé, meglio facendosi vincere dalle tentazioni che resistendo loro.

In tv, nelle radio, con la pubblicità è un immenso inno alla "tentazione" che dovrebbe dare una vita goduta sino in fondo.

Molti, per quel che riguarda la fede, o affermano di non credere o dichiarano di avere una personale interpretazione del divino.

Tutto ciò per dire che nessuno più crede alla Chiesa istituzione, quella, per capirci, dei colletti bianchi, dei Papi e della combriccola vaticana, delle alte sfere, dei parroci che hanno candelabri argentati in sagrestia e negli uffici e predicano povertà e missione.

Cosa c'entri la critica all'istituzione con la critica all'idea questo è un mistero. E molte volte, parlando con incalliti laici, con amici che non credono, trovo in loro una confusione totale tra istituzione (costruzione umana) e idea (che l'uomo afferra, intuisce, ma che ha vita di per sé, oltre noi, in una dimensione che potremmo definire metaumana).

Perché la fede spaventa? Perché questo razzismo contro i fedeli cristiani e di tutte le Chiese? Perché?

C'è da dire che questa propensione alla banalizzazione del divino è un'operazione ideologica e dottrinale cerca e voluta da coloro che volevano affermare due principi: non c'è nessun Dio che salverà i poveri, né condannerà tutte le tue angherie! Per cui viva il fare tutto il male del mondo!

Spiacerebbe a costoro, a quelli moderni di loro che pensano così, immaginare a vedere la realtà con altri occhi. Con gli occhi dei tanti missionari che ancora oggi muoiono in ogni parte del mondo. Con gli occhi dei poveri aiutati dalle tante associazioni anche religiose, oltre che laiche. Con gli occhi di chi crede in Dio e non lascia spazio alle tentazioni e segue la Sua via, con gioia e con profondissima fede.

Il resto è questo mondo. Questo mondo fatto di alti e bassi e di grandissima ignoranza e presunzione.

Come spesso ripeto, se io non mi sognerei mai di andare in televisione ed attaccare un astonomo in astronomia o un botanico in botanica, perché tutti, meccanici, re, principi, ladri e assassini e ogni genere di persona pensa di potere dire qualcosa di Dio? Di conoscere Dio?

I libri che ingiuriano la religione sono la testimonianza di quanto affermo. Non solo quelli contro il sistema vaticano, ma quelli contro la religione stessa.

Penso che la religione faccia paura perché il Vangelo di Gesù Cristo condannava Farisei, Scribi, Maestri della Legge e potere imperiale, e di queste figure, ancora oggi, l'Italia abbonda.

Buona riflessione a tutti, amici.

 

 

IL GESTO E LA PAROLA

http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=156994

Un uomo, mentre ascoltava la predica del sacerdote riguarda la lettura del Vangelo di Matteo, oggi, a Viareggio, nella chiesa di Sant'Andrea, si è alzato e si è cavato gli occhi.

Una scena orrenda, immagino, e tutti a giudicare il 47enne un folle. Chi ora dice che aveva già manifestato problemi fisici e quant'altro.

Egli, sopravvissuto, rimarrà cieco. "Me l'ha detto la voce!" avrebbe detto.

Ora, qui finisce la cronaca, una cronaca sempre più irreale e sempre meno prevedibile.

Qui finisce la cronaca è inizia il principio di andare in Chiesa, a messa, e ascoltare il messaggio di Gesù Cristo, ma con il dovere di capirlo! Non di accettarlo, che non c'è messaggio di maggiore libertà che il suo, ma l'obbligo di capirlo è implicito ma valido.

La parabola di oggi parla di questo padrone che cinge il suo terreno, lo dà in affitto e poi manda servi a riscuotere il suo. Gli affittuari prima uccidono i servi e poi addirittura il figlio che il padrone aveva mandato. Per cui, cosa vorrà dirci questa parabola? Parla del Regno! E della incomprensione che molti hanno delle cose di Dio.

Questa ragione mi spinge a fare due rapide considerazioni: non so se quell'uomo avesse problemi psicologici, non è normale il suo atto e strano che Dio ti dica di compiere un gesto tale. Se ha sentito la voce, poteva essere una voce di tentazione!

Inoltre, si consideri che quando la parabola non è troppo digesta, non la capiamo o non cerchiamo di capirla, la fraintendiamo, il che è più pericoloso che non conoscerla.

Servono, allora, umiltà di cuore per riconoscere la voce di Dio, preghiera per allontanare le tentazioni, amore per essere veramente cristiani.

Il gesto di quest'uomo si ricollega ad un altro discorso di Gesù, lo ricorderete. E anche per me e penso per tutti noi, vale. "è meglio entrare con una mano nel Regno di Dio che essere gettati con due ...".

La salvezza prima di tutto, ma si ricordi che Dio non ha mai chiesto questo. Mai, né mai lo farà.

Dio è Spirito, lo Spirito vive di amore, che ne è l'essenza. La salvezza è diventare come Dio, un giorno.

Auguri al fratello.

Amiamoci, fratelli, in grazia del Signore Nostro Gesù. Amen.

 

FRANCESCO FORGIONE, PADRE PIO

23 settembre 2011. Il mondo cattolico, in questo momento, sta celebrando, nelle sue chiese, nelle tante chiese diffuse in tutta la Penisola italiana e in tutta Europa e in tutto il mondo, la memoria di San Pio da Pietrelcina.

Però, questa figura così carismatica e così discussa, ha unito tanto da potersi dire interessato non solo il mondo cattolico, bensì, come io amerei pensare, il mondo CRISTIANO tutto! Perché Gesù ci ha chiesto di restare uniti. Dunque, celebrare la memoria di un grande santo moderno e come celebrare la potenza divina di Gesù, il Cristo, che ci chiama all'unità.

Con ciò, perché Padre Pio è così famoso e così osteggiato? Quale, delle straordinarietà della sua vita, rende meno indigesto il suo esempio di fratello cristiano?

La sua vocazione immediata? La sua ferma fede? Le stigmate? La sofferenza, specie degli ultimi anni?

O vogliamo sempre e solo fermarci ai miracoli, alle intercessioni, agli aneddoti, seppure santi e immacolati?

Non è più giusto leggere i suoi scritti, il suo amore immenso per questo Gesù con cui parlava quotidianamente, dal vivo? Questo suo filiale amore per la Madonna, la Vergine Maria?

Quale di tutte queste cose crea maggiore scandalo?

Gesù, a proposito di questo, ha detto due parole.

In una, rivolgendosi a coloro che producono scandali per impressionare i piccoli del Regno, dirà: Guardate di non disprezzare (scandalizzare) uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». (Matteo, 18- 1,5)

 

E poi: "e beato colui che non si scandalizza di me" (Matteo, 11-6).

 

Ora, è sempre Gesù che dice la Verità.

Io, per quanto abbia letto, conosciuto, visto e sentito molte voci, non ho mai trovato qualcuno più grande di Gesù Cristo.

Per cui, da questi passi del Vangelo di Matteo, possiamo capire che Padre Pio, che piaccia, che spiaccia, che sia creduto un santo o un impostore (cosa che credevano anche di Gesù!) rimane che è stato un uomo che ha vissuto la sua ispirazione e la sua vocazione fino in fondo, e questo fatto, solo questo fatto, dovrebbe fare riflettere tutti, me per primo.

Io credo in Gesù Cristo e credo che si distinguano i falsi profeti dai veri santi da questo: dall'amore che portano a Gesù e ai fratelli. Amore nei fatti, nelle opere, più che nelle parole. Che di incantatori ce ne sono, con la pianeta e non.

Padre Pio, che sia un santo, un gran Santo, basterebbe leggere i suoi discorsi e i suoi diari infiammati di bene e di amore e di riconoscenza e di gratitudine per la misericordia di Dio e la pietà e lo Spirito Santo ispirato da Cristo per capire che è uno di quei Santi che passano poche volte su questa palla rotante.

 

Oggi, allora, voglio unirmi alla preghiera silenziosa di quei cuori sinceri che si aprono alla misericordia di Dio attraverso Francesco, fratello Francesco, Padre Pio. Perché io ho questo imperativo per la vita: amare quanto sono stato amato!

E al buon fratello Padre Pio chiedo proprio di ispirarmi i più miti pensieri di bene e di fraterna compassione.

 

A tutti, buon ricordo e buona memoria.

Perché i Santi siano un esempio, oggi, domani, ogni attimo della nostra vita e dicano al nostro spirito chi siamo, che siamo cristiani, con vanto e sopportando le peggiori tribolazioni. Perché si può tribolare se Cristo è con noi? No! Si deve gioire di questo, che diventiamo Santi ispirandoci ai Santi e amando Dio e amando Gesù .

"Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza." (Marco, 12, 29-31)

 

BUON SENSO E CATTIVO GUSTO

Buon senso e cattivo gusto è un buon titolo, se permettete.

Perché fa capire la dicotomia in cui ha sempre vissuto il Paese e che oggi è ancora più forte. Dicotomia tra la volgarità sopraffina di gente che va in televisione, anche con una carica importante, (che ne so, di Direttore di una rete o di un telegiornale) e va a "discettare" (come dice lui) su ciò che è giusto e ciò che non è giusto. Il pagamento del canone spero che non contempli questo, altrimenti "povera Italia".

Però, a proposito di povera Italia, due notizie fresche fresche fanno riflettere, oltre che sulla solita immancabile mancanza di buon senso, che io mi ostino a chiamare moralità e che è la stessa cosa, anche su dove si sia spinta tutta una generazione (ormai passata, viva il buon Dio che ha creato tempo e invecchiamento). La generazione in questione è quella dei D'Alema e dei Berlusconi, dei Veltroni e dei Casini, dei Fini e dei tanti di prima, come il sine tempora De Michelis.

La prima notizia, cartelloni pubblicitari in cui si dice "Sono Maddalena, sono una escort e non sono una ragazza facile!" e altri simili. A parte sdoganare la prostituzione, poiché oggi si chiamano escort quelle che in italica lingua si sono sempre dette "prostitute" per non volere usare espressioni più veraci, ma vi pare legittimo, utile e meritorio? Un governo che fa del merito la sua bandiera? Quale merito? Quello dell'alcova?

Se esistesse ancora quella che, tra mille ipocrisie, comunque era un termometro sociale, la morale pubblica, questa pubblicità sarebbe stata proibita prima che fosse.

Altra notizia una ventitreenne muore per un gioco erotico.

Ancora questa benedetta morale. Che c'entra la morale, la ragazza si voleva solo divertire. Ed è morta!

Con ciò non sono così folle da dire che ogni gioco del genere finisce in tragedia, ma è pure significativo che si debba arrivare a questo per divertirsi. Patologico mi sembra che sia patologico.

Se esistessero ancora i prodigi e le arti divinatorie, quando si capiva da un fatto il volere degli dèi (di Dio) di un Lui di Lassù, e si cercava (in mille modi, con mille nomi diversi, l'illuminazione per la strada giusta), si sarebbe detto che questo fatto avrebbe dovuto pure insegnarci qualcosa. Invece no. Scandalo, notiziola di cui parlare e spettegolare, nessun avvertimento valido da trarre.

 

Dove vai, Italia mia, così alla deriva. La nave è guidata da gente che non solo non capisce di mare ma soprattutto vende l'illusione di arrivare mentre già prepara le scialuppe per mettersi in salvo.

 

"Adda passa' 'a nuttata" diceva un grande De Filippo, sì, ma dipende molto da cosa lascia dopo dietro di sé.

 
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